“Dopo decenni di battaglie contro l’inquinamento industriale nella Valle del Mela, la dittatura delle discariche in Sicilia e dopo aver sventato i progetti di nuovi inceneritori, a partire da quelli proposti dall’allora giunta Cuffaro, finalmente arriva una buona notizia per l’economia circolare siciliana. Il progetto dell’impianto di A2a per produrre biometano e compost di qualità a San Filippo del Mela è quello che serve per archiviare gli errori del passato nel ciclo dei rifiuti siciliano. Ora si attivi un percorso di dibattito pubblico per promuovere la partecipazione dei cittadini e per fugare eventuali dubbi sul progetto. La Regione siciliana da parte sua valuti e autorizzi in tempi brevi questo impianto fondamentale per la riconversione dell’area industriale, per farla diventare da sito inquinante di raffinazione di petrolio e di produzione di energia da fonte fossile a polo innovativo per l’economia circolare e la lotta ai cambiamenti climatici”.

È questo il commento di Legambiente in una nota congiunta firmata dal presidente nazionale Stefano Ciafani, dal presidente regionale Gianfranco Zanna e dal presidente del circolo di Milazzo Pippo Ruggeri sull’annuncio apparso sulla stampa della settimana scorsa di un importante investimento da parte dell’azienda A2a da realizzarsi nell’area della centrale termoelettrica di Archi, concernente un impianto di produzione di metano rinnovabile e compost a partire dalla frazione organica della raccolta differenziata della provincia di Messina. Il progetto nelle sue linee generali era già stato presentato da A2 a all’Ecoforum sui rifiuti e l’economia circolare, organizzato a Messina da Legambiente nell’aprile 2018 nell’ambito della campagna nazionale Sicilia Munnizza Free.

“Ricordiamo con soddisfazione – continua la nota firmata dai tre presidenti dell’associazione – che la lotta precedente, condotta insieme a un vasto movimento, aveva permesso di sgombrare il campo dal progetto di un inceneritore di CSS. Ma già all’indomani della vittoria Legambiente auspicava che non ci si fermasse a quel positivo risultato, ma si chiedesse con forza il passo successivo, cioè la realizzazione degli altri impianti del cosiddetto “Polo energetico integrato”, a cominciare dal digestore anaerobico per la produzione di biometano. L’investimento proposto da A2a va esattamente in questa direzione”.

Si tratta di un impianto all’avanguardia per la digestione anaerobica degli scarti organici provenienti dalla raccolta differenziata. Il progetto è dimensionato in modo da essere utile al fabbisogno del territorio, poiché è dimensionato per 75.000 tonnellate anno di frazione organica, corrispondente alla raccolta differenziata della provincia di Messina. Questo darebbe un contributo esauriente per il suddetto ambito territoriale, permettendo di ridurre fortemente il ricorso alle discariche per l’indifferenziato, minimizzando al tempo stesso i trasporti dei rifiuti.

L’impianto è positivo sotto il profilo della sostenibilità economica e sociale, poiché determina occupazione stabile, diretta e indotta, nonché prodotti di qualità, anch’essi utili per il fabbisogno del nostro territorio. Si attende infatti la generazione di circa 6.000.000 di metri cubi di metano green, da immettere immediatamente nella rete di distribuzione del gas per usi domestici, nonché la produzione di circa 15.000 tonnellate all’anno di compost certificato per l’agricoltura e il florovivaismo.

Sotto il profilo ambientale l’impianto può rispettare tutta la normativa vigente, essendo pensato per risultare ad emissioni zero in atmosfera, mentre fornisce prodotto energetico da fonte rinnovabile, e contribuisce alla chiusura del ciclo economico per la frazione organica, senza necessità di trasporti a lunga distanza, né di ulteriori istallazioni di biostabilizzazione. In sostanza la frazione organica finalmente verrebbe utilizzata come risorsa economica, anziché come rifiuto da smaltire.

“Il progetto – concludono Ciafani, Zanna e Ruggeri – può e deve rispettare anche le prescrizioni paesaggistiche e dare risposte al territorio in termini di sviluppo sostenibile e tutela della salute. In quest’ottica sarebbe certamente da biasimare una eventuale opposizione sterile e ideologica contro l’impianto in questione, specialmente se sostenuta con argomentazioni pseudo ambientaliste, che in questo caso sarebbero veramente fuori luogo. Sarebbe invece auspicabile che si saldasse una vasta e consapevole alleanza per il futuro sostenibile, capace da un lato di interpretare le giuste aspirazioni del territorio e dei suoi abitanti, e dall’altro di offrire un tavolo di confronto e di collaborazione istituzionale, ben sapendo che gli obiettivi in positivo possono risultare più difficili da raggiungere rispetto a quelli in negativo. Da questo punto di vista Legambiente, con tutti i suoi livelli organizzativi, si dichiara fin d’ora disponibile. Riprendendo ancora una volta il nostro documento dell’ottobre dello scorso anno, desideriamo ribadire che la nostra posizione intende sostenere quella ‘Sicilia che ha voglia di cambiare registro e finalmente imboccare la rivoluzione rinnovabile e circolare su tutto il territorio regionale’”.

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