Per vendicarsi della moglie che lo aveva lasciato l’avrebbe prima perseguitata e poi pianificato il suo omicidio arrivando ad assoldare dei killer.
Per questi motivi nel mese di giugno di quest’anno era stato arrestato un avvocato cinquantenne.
Adesso la Cassazione ha accolto il ricorso presentato dai suoi legali contro la decisione del Tribunale del Riesame di Messina che aveva confermato la misura cautelare in carcere per l’uomo.
La notizia viene riportata dall’edizione odierna del Giornale di Sicilia.
“Restiamo in attesa di conoscere la motivazione della sentenza di annullamento della Corte – spiega ancora al Giornale di Sicilia l’avvocato Nino Favazzo – ma l’accoglimento del ricorso, con cui si era contestata la gravità indiziaria ed era stata denunciata una macroscopica violazione di legge, lascia fondatamente ritenere che l’intera vicenda, fin qui trattata con eccessivo rigore, sarà, ben presto, radicalmente ridimensionata sul piano cautelare e, a seguire, nel merito”.
Il legale lasciato dalla moglie avrebbe architettato un piano diabolico per eliminare l’ex: ai sicari avrebbe chiesto di simulare un incidente mortale, e nel caso in cui il primo step del piano non fosse andato a buon fine i killer avrebbero potuto utilizzare le armi.
Le indagini coordinate dalla Procura di Patti, avrebbero accertato i contatti del 50enne con ambienti malavitosi al fine di uccidere l’ex moglie che l’uomo da tempo controllava in ogni modo a sua disposizione: non a caso aveva installato sull’auto della donna un dispositivo Gps per controllarne gli spostamenti.
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