I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno sequestrato circa 400.000 euro ad un noto imprenditore operante nella distribuzione alimentare, originario di Barcellona Pozzo di Gotto (ME).
L’operazione scaturisce da controlli che avrebbero portato a scoprire un sofisticato meccanismo di depauperamento societario che portava, con evidente danno dei creditori, al fallimento di una importante società con sede nella città del Longano.
La indagini della Finanza
In particolare, le analisi contabili, bancarie e finanziarie, eseguite dagli specialisti delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta dal Procuratore Capo Emanuele Crescenti, si concentravano sulla circostanza come la società oggetto d’indagine, nonostante la floridità del volume d’affari, improvvisamente ed inspiegabilmente, manifestasse chiari sintomi di difficoltà finanziarie, con evidenti riflessi sulle somme dovute ai creditori ed all’Erario: la società investigata, gravata da una perdita di esercizio per oltre 40 milioni di euro, veniva pertanto “lasciata morire”, cedendo il posto ad una “new company”, riconducibile, tuttavia, al medesimo importante Gruppo imprenditoriale ed operante nel medesimo settore economico.
Successivamente, quindi, i finanzieri peloritani, coordinati dal Sostituto Procuratore Veronica De Toni, scandagliando i bilanci presentati a partire dal 2014, rilevavano “una serie di incongruenze, falsità e rapporti di collegamento tra società nonché valori artefatti nei bilanci al fine di dissimulare uno stato di crisi e di insolvenza”, realizzate attraverso una singolare svalutazione dei crediti intercompany, per oltre 30 milioni di euro.
L’accusa di bancarotta
In altri termini, gli investigatori ritenevano raccolti sufficienti elementi indiziari nei confronti di B.I. 57 anni a cui conseguentemente è stato notificato l’avviso di garanzia, per bancarotta fraudolenta patrimoniale, nonché ulteriori ipotesi di reato per omesso versamento dell’IVA e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Il sequestro per evasione
Proprio per l’evasione il G.I.P. del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Salvatore Pugliese, condividendo l’ipotesi accusatoria della Procura barcellonese disponeva l’odierna misura cautelare reale, sino alla concorrenza della somma di € 388.000 circa, corrispondente all’IVA non versata e costituente il profitto del reato presunto, valore superiore alla soglia di punibilità penale, oggi fissata dalla legge a € 250.000,00.
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