Nonostante matrimoni e funerali siano sospesi e proibiti al momento in tutto il Paese a causa del Covid19, un vero e proprio assembramento si sarebbe verificato sabato scorso a Messina per dare l’ultimo saluto a Rosario Sparacio, fratello dell’ex presunto boss Luigi Sparacio.
Un corteo di auto, ciclomotori e persone a piedi avrebbe accompagnato al Gran Camposanto della città dello Stretto la salma di Sparacio senza che ci fosse alcun intervento delle forze dell’ordine.
Una circostanza che ha fatto scoppiare la polemica lanciata dal Presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava.
“Mentre in Italia non si celebrano pubblicamente funerali né matrimoni, com’è stato possibile che a Messina in cento abbiano accompagnato al cimitero il feretro del fratello di un capomafia? Dietro la bara di Rosario Sparacio, fratello del boss Luigi, sabato pomeriggio c’erano auto, moto, amici” ha affermato il Presidente della Commissione Regionale Antimafia commentando la notizia dei funerali “pubblici” ed apparentemente molto affollati del fratello di Luigi Sparacio, che lui definisce boss di Giostra.
“Dal sindaco Cateno De Luca sempre pronto a rumoreggiare con la fascia tricolore al petto – aveva concluso Fava – stavolta è venuto solo il silenzio”.
Dello stesso avviso di Fava anche Ignazio Corrao, europarlamentare e responsabile per gli Enti Locali del Movimento 5 Stelle che ieri ha dichiarato: “Che fine ha fatto il sindaco sceriffo di Messina? Niente diretta Facebook con i parenti dei boss? Niente postura mussoliana e spettacolo acchiappalike? Facile fare i forti con qualche cittadino che attraversa lo Stretto per tornare a casa e poi non accorgersi di quel che succede nella propria città”.
Non si era fatta attendere la risposta di De Luca, che aveva precisato: “Non si è trattato né di un corteo funebre né di una celebrazione religiosa, che sono peraltro vietati dalle disposizioni del DPCM come ribadite dallo stesso Arcivescovo di Messina che, da oltre un mese, ha vietato la celebrazione dei funerali. Dunque, quanto in modo becero è definito ‘corteo funebre con oltre cento persone’ non è altro che un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri, al quale si sono uniti, in modo estemporaneo, alcuni familiari del defunto, in numero non superiore alla trentina”.
Oggi Cateno De Luca ritorna su quanto accaduto. “Ieri ho approfondito per la prima volta con l’ufficio di gabinetto del Questore una vicenda appresa dalla stampa. I particolari non li posso svelare, posso soltanto ribadire che sono sempre stato lontano dagli ambienti mafiosi ed ho sempre combattuto ogni forma di mafia. Se avessi avuto contezza di questa vicenda avrei agito prontamente come sono solito fare. Non voglio nessun ringraziamento. La mafia mi ha sempre fatto schifo, come ogni qualsiasi altra forma di sopruso”. Così afferma il sindaco di Messina a seguito del post di un membro della famiglia Sparacio, sulla vicenda del funerale di sabato scorso.
“Non ho altro da aggiungere – conclude il Primo cittadino – anche perché non intendo alimentare gli ipocriti professionisti della finta antimafia, la quale si combatte con la buona e sana Amministrazione e non con certi blasonati convegni o comunicati stampa, utili solo a lavarsi la coscienza per non aver mai fatto nulla di concreto nella lotta al malaffare. La città di Messina non merita di subire queste umiliazioni, soprattutto oggi che ha dimostrato di essere stata compatta nel rispetto delle regole”.
“Sul corteo funebre del fratello del boss è necessario che venga fatta chiarezza al più presto dagli organi preposti. La politica non sta facendo alcuna speculazione ai danni di Messina e del primo cittadino, ma vogliamo, anzi, che la comunità messinese venga tutelata e messa a conoscenza di questi fatti che, se confermati, rappresenterebbero una pagina bruttissima per la nostra città”. Lo dichiara la senatrice messinese Grazia D’Angelo del M5S.
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