“Apprendo con soddisfazione che sono scattate le sanzioni per 18 partecipanti al corteo funebre che accompagnò al cimitero la salma di Rosario Sparacio. Altresì mi congratulo con con chi ha svolto le indagini, dalle quali è emerso che al corteo erano 18 e non centinaia le persone di cui straparlavano tanti diffamatori della città e del suo Sindaco. Ricordo addirittura che qualche pseudogiornalista ha avallato l’ipotesi che io stesso fossi presente al corteo”.

Lo dice il sindaco di Messina, Cateno De Luca, commentando le sanzioni e le denunce per le persone che parteciparono al funerale del fratello del’ex boss mafioso messinese, poi pentito, Gino Sparacio.

“Adesso però mi aspetterei le loro scuse. – aggiunge – Sono certo però che non arriveranno, perché chi agisce in malafede, azionando la macchina del fango, non è capace di pentirsi. A tutti i leoni da tastiera, consiglio invece di rivolgere i loro commenti offensivi e di sdegno a chi ha consentito la scarcerazione di centinaia di mafiosi, camorristi e criminali con la scusa del contagio da Covid-19 nelle carceri. Io ho sempre dimostrato a parole e con i fatti il mio rifiuto alle logiche mafiose”.

Il 14 aprile scorso, la Procura di Messina aveva aperto un fascicolo di “atti relativi”, finalizzato a vagliare cioè se ci fossero estremi di reato.

La piccola folla aveva accompagnato la salma dalla abitazione al cimitero. Le forze dell’ordine hanno proceduto alla identificazione dei cittadini presenti al corteo funebre.

I funerali del fratello dell’ex boss avevano suscitato a Messina, e non solo, un fiume di polemiche. Si era ancora, infatti, in piena Fase 1, cioè quando gli spostamenti erano assolutamente vietati, a maggior ragione per i funerali, sospesi in osservanza alle norme anticontagio da Covid19.

Molte le accuse rivolte al sindaco De Luca per quanto accaduto nella città che amministra e che aveva per l’occasione ribadito “La mafia mi fa schifo”.

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