Anche Matteo Salvini prende posizione contro una sequenza di “The bad guy'” quella del crollo del Ponte sullo Stretto di Messina, ormai costruito nella fiction tv. “In una nuova serie tv di Amazon, ennesimo stereotipo di pessimo gusto sull’Italia e sul popolo siciliano”, scrive allora sui social il vicepremier lrghista.

“Dopo la sua realizzazione, il Ponte sullo Stretto crolla perchè la costruzione era stata affidata ad aziende legate ai clan mafiosi… Non possiamo più accogliere in silenzio insulti e offese al nostro Paese”, taglia corto.

“L’Italia da sempre crea capolavori ingegneristici dentro e fuori dai confini: il Ponte sarà l’ennesimo esempio di genialità italiana nel mondo. Volere è potere”, rilancia il ministro delle Infrastrutture e Trasporti.

Minardo: “Ora puntata riparatoria”

Una sorta di”‘puntata riparatoria” è la soluzione che viene prospettata dal deputato della Lega Nino Minardo a proposito della scena della serie di Amazon Prime ‘The bad guy’, dove il Ponte sullo Stretto di Messina è stato sì costruito ma crolla, scatenando i sospetti di influenze mafiose sull’allestimento dell’opera.

“Sul Ponte sullo Stretto sarebbe stato meglio un documentario che un fantasioso crollo pieno di pregiudizi”, dice allora Minardo. “Ma non dispero – aggiunge il presidente della commissione Difesa della Camera – che Amazon Prime voglia rifarsi raccontando, tra un pò di tempo, la realizzazione di questa importante opera”.

“Ponte sullo Stretto? Cattedrale nel deserto”

“In Sicilia soltanto il 16% delle ferrovie è a doppio binario. In Calabria è interrotta da non so più quanti anni la Cosenza-Catanzaro e la maggior parte dei pendolari si muove con auto proprie o con i pochi bus di linea. E la statale 106 Jonica è da anni in attesa di un ampliamento sempre annunciato è mai arrivato. Il Ponte sullo Stretto è un’opera grandiosa e straordinaria, da realizzare, se possibile, domani mattina. Al governo e al ministro Salvini segnalo un pericolo: quello di trasformare il Ponte in una nuova “cattedrale nel deserto”, come si disse negli anni ’70 del grande porto da costruire a Gioia Tauro per servire un centro siderurgico mai realizzato”. Lo afferma in una nota Osvaldo Napoli.

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