Un giovane di 18 anni è stato arrestato dai carabinieri a Messina perché trovato in possesso di funghi allucinogeni, hashish e marijuana per complessivi 70 grammi. I militari dell’Arma hanno anche sequestrato oltre 700 euro in banconote di vario taglio, ritenute provento dello smercio della droga.
Il 18enne è stato posto agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo. L’arresto è stato compiuto nell’ambito di servizi straordinari nelle zone centrali della città e nel quartiere di Giostra, nel corso dei quali sono state controllate complessivamente 57 persone e 45 autovetture con finalità principalmente di prevenzione e contrasto alla commissione di reati e altri comportamenti illeciti.
Nuovo colpo allo spaccio tra Bagheria e Palermo, 17 arrestati
Intanto, nuovo colpo alla piazza di spaccio di Bagheria, un comune alle porte di Palermo dove la droga arrivava dal capoluogo e veniva gestita dal clan locale. I carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Palermo hanno eseguito questa notte 21 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip su richiesta del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido.
Nove indagati sono finiti in carcere, altri otto agli arresti domiciliari, mentre per 4 è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per tutti a vario titolo l’accusa è associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e al traffico di stupefacenti, aggravati dal metodo mafioso. L’operazione di questa notte è la prosecuzione del blitz Persefone del settembre 2021 che ha già colpito il clan di Bagheria.
Nel corso dell’operazione Persefone 2 è stato arrestato un intero nucleo familiare composto da marito moglie e due figli, un terzo figlio era stato arrestato nella prima operazione.
L’indagine avviata dai carabinieri nel 2019, è stata coordinata Dda di Palermo e avrebbe consentito di confermare che l’attività di spaccio è gestita da “cosa nostra” bagherese, anche grazie ai canale di approvvigionamento dai mandamenti cittadini di Brancaccio e Porta Nuova.
Secondo quanto accertato dai militari al centro dell’organizzazione ci sono le famiglie mafiose che ormai gestiscono lo spaccio per sostenere le casse dell’organizzazione. Tra loro le famiglie sia palermitane che bagheresi cooperano per garantire sempre un costante rifornimento nelle basi di spaccio.
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