Il reddito di cittadinanza a spacciatori, rapinatori, proprietari anche di immobili lussuosi in località balneari rinomate. C’è pure una donna moglie di un professionista con diverse proprietà. Questo quanto emerso nel corso degli accertamenti dei carabinieri nel Messinese per fronteggiare il rischio di truffe allo Stato per incassare il sussidio. Alla fine 39 le persone denunciate con le accuse di truffa aggravata. Tutte avrebbero percepito, senza averne diritto, il reddito di cittadinanza.

Indagini partite da inizio anno

Indagini partite da inizio dell’anno con vari accertamenti, sviluppati attraverso uno screening che ha riguardato l’esame delle pratiche di oltre 120 persone. L’operazione dei carabinieri della compagnia di Taormina e del nucleo ispettorato del Lavoro di Messina. Dalle indagini è emerso che 19 percettori, oltre all’abitazione di residenza, risultavano anche proprietari di altri immobili. Una persona destinataria del beneficio, in particolare, è risultata addirittura la proprietaria di tre case. Tutte situate in una nota località balneare.

In 6 ai domiciliari con il sussidio

Inoltre, è emerso che avrebbero percepito illecitamente il sussidio anche 6 persone sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Tra queste 5 indagate per traffico di stupefacenti e uno per reati contro il patrimonio, già condannato per rapina. Sono stati, altresì, individuati anche 10 cittadini stranieri che avrebbero dichiarato falsamente di essere residenti in Italia da almeno 10 anni. Il requisito è necessario per la percezione del reddito di cittadinanza.

Anche la moglie di un professionista

Altri 4 percettori risultavano invece conviventi con soggetti destinatari di altre fonti di reddito. In particolare una donna che è risultata la convivente di un libero professionista, proprietario di vari appartamenti. A conclusione delle verifiche è risultato che l’Inps, l’ente che eroga il beneficio, ha corrisposto in favore degli indagati, complessivamente, oltre 460 mila euro. Pertanto, sono state attivate le procedure per il recupero delle somme illecitamente percepite e per l’immediata sospensione del sussidio.

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