Sono stati trovati altri frammenti ossei nei boschi di Caronia e le analisi dovranno stabilire se appartengono al piccolo Gioele Mondello.

I vigili del fuoco e gli uomini della polizia scientifica non hanno interrotto le ricerche di indizi utili alle indagini dopo il ritrovamento dei cadaveri della dj Viviana Parisi e del figlioletto di 4 anni trovati poi morti dopo giorni dalla scomparsa.

La zona dal traliccio, ai piedi del quale è stata rinvenuta cadavere Viviana, fino al luogo in cui sono stati trovati i resti di Gioele, sono stati puliti da erbe e rovi per essere ispezionati.

La morte del piccolo Gioele e della sua mamma resta, per il momento, avvolta nel mistero.

Come si legge sul Giornale di Sicilia, ieri i legali della famiglia Parisi, Antonio Cozza, Nicodemo Gentile ed il biologo forense, Salvatore Spitaleri, a Patti, hanno incontrato il procuratore capo, Angelo Vittorio Cavallo. “Martedì – spiega l’avvocato Cozza – è stata effettuata, nel dipartimento di Geologia Forense dell’Università di Messina, un’attività di repertazione del materiale rinvenuto sulla teca cranica del piccolo, in prevalenza terriccio, materiate inorganico e foglie per comprendere se il bambino fosse stato spostato dal luogo in cui sarebbe intervenuta la morte, oppure se il posto, nel quale è stato rinvenuto Gioele, corrisponda a quello in cui è deceduto”.

“Nei prossimi giorni – ha aggiunto l’avvocato – invece si continuerà a svolgere l’autopsia, bisogna avere pazienza perché si tratta di esami molto accurati e delicati. Sia per la madre che per il bambino gli accertamenti continueranno insieme. Non c’è al momento alcuna ipotesi o pista privilegiata”.

Continuano dunque gli esami sulle salme di Viviana e di Gioele.

Lunedì prossimo, a Palermo, saranno analizzate le tracce ematiche e biologiche prelevate nei boschi di Caronia. Arriveranno intanto, ad occuparsi del caso, su incarico del procuratore Cavallo, due nuovi consulenti, si tratta di due ingegneri.

Si occuperanno della ricostruzione dell’incidente avuto da Viviana poco prima della scomparsa all’interno della galleria Pizzo Turda, lungo l’autostrada A20, Messina-Palermo, e dell’analisi dei dati contenuti nel tablet e nel cellulare della donna prelevati dalla magistratura dall’abitazione di Venetico.

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