In meno di 6 mesi mille lavoratori irregolari, il 20 per cento totalmente in nero e non potevano mancare i percettori del reddito di cittadinanza. E’ il bilancio dell’attività della guardia di finanza sviluppata da maggio e sino a metà ottobre. A venire fuori numeri incredibili che confermano una volta di più il dilagare del sommerso in Sicilia.
I numeri
I finanzieri e gli ispettori dell’Inps hanno eseguito 154 interventi, constatando oltre mille posizioni di lavoratori irregolari. Tra loro ben 209 erano completamente in nero, quindi senza alcun contratto. Elevate sanzioni amministrative nei confronti di 88 datori di lavoro. Su richiesta dei reparti territoriali delle fiamme gialle e del locale ufficio Inps, l’ispettorato del lavoro ha emesso 39 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale. Utilizzata manodopera sprovvista di assunzione rispetto a quella presente nel luogo di lavoro al momento dell’accesso.
Le violazioni più ricorrenti
Le principali violazioni sono risultate quelle per la mancata preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro. ma anche l’infedele registrazione del libro unico del lavoro. Degno di nota l’intervento avviato in un lido del litorale nord messinese, al cui interno sono stati scoperti ben 15 lavoratori completamente in nero. Tra loro anche un percettore del reddito di cittadinanza.
Il reddito di cittadinanza
A proposito del reddito di cittadinanza, tra gli obiettivi prefissati anche quello di contribuire a mantenere alto ed efficace il dispositivo di contrasto ai fenomeni di indebita fruizione dell’assegno. Durante i controlli, infatti, sono stati individuati 21 lavoratori che, oltre a non essere in regola con il contratto di lavoro, risultavano peraltro ricompresi in nuclei familiari destinatari della forma di sostegno.
Il contesto dei controlli
I controlli sono frutto di un protocollo d’intesa firmato a livello regionale nel 2021 tra guardia di finanza e Inps. La cabina di regia provinciale era composta da ufficiali del corpo e funzionari dell’Inps, coordinati dai rispettivi vertici locali. Hanno orientato l’azione verso quei settori commerciali dove maggiormente si rileva una presenza di fenomeni evasivi. Quindi dalle attività di ristorazione, con somministrazione e da asporto, ai lidi balneari ed alle altre attività commerciali di vendita al dettaglio o tipiche della locale economia a forte vocazione turistica.
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