La nave ong Open Arms Uno con 402 migranti, dei quali 286 uomini, 31 donne, 85 minori è in fase di approdo al molo Norimberga di Messina. A bordo vi sarebbe anche un cadavere e sono in corso indagini da parte delle Forze dell’Ordine. Provengono da Sudan, Siria, Eritrea, Egitto, Pakistan, Etiopia, Somalia.
Chi coordina le operazioni di sbarco
Le operazioni di sbarco sono, come sempre, coordinate dalla Prefettura di Messina con il coinvolgimento del Comune di Messina, delle forze dell’ordine, della Capitaneria di Porto, Usmaf, Asp, 118, Croce Rossa, volontari, Save the Children, Unhcr, personale Easo, etc. Degli 85 minori, solo 5 sono non accompagnati.
Ondata di sbarchi anche nel Siracusano
Sono, nel complesso, 189 i migranti sbarcati nel Siracusano in appena tre giorni. Il primo approdo si è verificato a Portopalo di Capo Passero dove sono arrivati 61 migranti di nazionalità siriana, palestinese ed egiziana, soccorsi in mare da una motovedetta della Capitaneria di Porto mentre tentavano di raggiungere la Sicilia a bordo di un barcone.
Gli altri sbarchi
Nella giornata di lunedì, sempre a Portopalo, sono sbarcati 42 migranti di nazionalità bengalese, accompagnati da un’unità navale della Capitaneria di Porto che li aveva soccorsi nelle acque italiane. Nella mattinata di ieri, intorno alle 7, 53 migranti, anch’essi bengalesi sono stati intercettati a bordo di una barca in legno di 10 metri, al largo delle coste di Marzamemi poi condotti nel porto di Augusta. L’ultimo sbarco si è registrato martedì sera: la polizia ha trovato nei pressi del porticciolo di Ognina, 33 bengalesi da poco giunti a bordo di un’imbarcazione in vetroresina.
Fermati 3 scafisti
Nel corso dello sbarco di martedì mattina, gli investigatori della Squadra Mobile aretusea, insieme ai militari della Guardia di Finanza, hanno proceduto al fermo di tre egiziani rispettivamente di 25, 29 e 33 anni, accusati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le dichiarazioni dei migranti
Le dichiarazioni rese dai migranti sulla dinamica della traversata e la conduzione dell’imbarcazione, riscontrate anche da video e foto ricavati dai cellulari degli stessi scafisti, e dal rinvenimento addosso ad uno di questi di un telefono satellitare, di un apparato GPS e di una bussola, hanno consentito di individuare i tre egiziani e di operare a loro carico il fermo.
La tragedia dei sei migranti siriani morti
Sono 28 i migranti soccorsi da un mercantile liberiano nei giorni scorsi al largo della Libia e sbarcati il 12 settembre a Pozzallo. I profughi hanno riferito che sei migranti siriani che viaggiavano con loro sarebbero morti sul barcone presumibilmente di fame e di sete. La notizia era stata diffusa dall’Unhcr.
“E’ inaccettabile – aveva detto la rappresentante dell’Unhcr in Italia Claudia Cardoletti -. Rafforzare il soccorso in mare è l’unico modo per evitare queste tragedie”.
Le vittime e i sopravvissuti, aveva spiegato l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, si trovavano su un barcone alla deriva da diversi giorni nel Mediterraneo centrale, prima che a soccorrerli arrivasse una nave della Guardia Costiera italiana. Oltre a due bambini, sarebbero morti un dodicenne e tre donne tra cui la nonna e la madre di alcuni bimbi che invece sono sopravvissuti.
Nel 2022 oltre 1.200 persone morte o disperse
“Si pensa che siano morti di fame e di sete” aveva ribadito l’Unhcr esprimendo le condoglianze ai familiari delle vittime e ricordando che nel 2022 sono oltre 1.200 le persone che sono morte e risultano disperse nel tentativo di traversare il Mediterraneo e raggiungere l’Europa.
Altro migrante giunto morto a Lampedusa
Il trentacinquenne del Bangladesh trovato morto il 13 settembre su un barcone, con altre 118 persone, soccorso dai militari della guardia di finanza, non ha segni di morte violenta. L’ispezione cadaverica lo ha confermato.
I poliziotti della squadra mobile, nel giro di mezza giornata, ascoltando tutti i compagni di viaggio della vittima, sono riusciti ad acquisire testimonianze importanti: l’uomo stava già male, pare che abbia ripetutamente vomitato, quando è salito sull’imbarcazione salvata poi nelle acque di Lampedusa.
Durante il viaggio, la tragedia. L’imbarcazione sulla quale viaggiava il bengalese era partita da Zawiya, in Libia. A bordo c’erano complessivamente 118 persone, fra cui 3 donne e due minori, bengalesi, siriani, egiziani e pakistani. Il natante era stato intercettato a meno di mezzo miglio dal porto di Lampedusa dai militari delle fiamme gialle.
(foto di repertorio)
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