Sono, nel complesso, 189 i migranti sbarcati nel Siracusano in appena tre giorni. Il primo approdo si è verificato a Portopalo di Capo Passero dove sono arrivati 61 migranti di nazionalità siriana, palestinese ed egiziana, soccorsi in mare da una motovedetta della Capitaneria di Porto mentre tentavano di raggiungere la Sicilia a bordo di un barcone.
Gli altri sbarchi
Nella giornata di lunedì, sempre a Portopalo, sono sbarcati 42 migranti di nazionalità bengalese, accompagnati da un’unità navale della Capitaneria di Porto che li aveva soccorsi nelle acque italiane. Nella mattinata di ieri, intorno alle 7, 53 migranti, anch’essi bengalesi sono stati intercettati a bordo di una barca in legno di 10 metri, al largo delle coste di Marzamemi poi condotti nel porto di Augusta. successive L’ultimo sbarco si è registrato ieri sera: la polizia ha trovato nei pressi del porticciolo di Ognina, 33 bengalesi da poco giunti a bordo di un’imbarcazione in vetroresina.
Fermati 3 scafisti
Nel corso dello sbarco di ieri mattina, gli investigatori della Squadra Mobile aretusea, insieme ai militari della Guardia di Finanza, hanno proceduto al fermo di tre egiziani rispettivamente di 25, 29 e 33 anni, accusati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le dichiarazioni dei migranti
Le dichiarazioni rese dai migranti sulla dinamica della traversata e la conduzione dell’imbarcazione, riscontrate anche da video e foto ricavati dai cellulari degli stessi scafisti, e dal rinvenimento addosso ad uno di questi di un telefono satellitare, di un apparato GPS e di una bussola, hanno consentito di individuare i tre egiziani e di operare a loro carico il fermo.
Migranti al largo di Tripoli
Sono circa 75 i migranti a bordo di una barca in difficoltà al largo di Tripoli. “Il motore della barca si è rotto – afferma Alarm Phone – e alcune persone sono in acqua”. Non si ha alcuna notizia, inoltre, delle 70 persone a bordo di una imbarcazione che si era capovolta e di cui la ong aveva dato notizia ieri. “Non sappiamo – afferma Alarm Phone – se siano state soccorse e siano ancora vive”.
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