Per tutta la notte hanno lavorato i Ris di Messina e i carabinieri per cercare tracce e risalire alle cause della morte di Nicolas Mazza, il giovane trovato senza vita nella sua auto nel Messinese. Gli inquirenti stanno cercando di capire le cause del decesso del 28enne, il cui corpo in decomposizione è stato trovato a Zafferia. Letteralmente rivoltata l’auto nella quale è stato trovato, la Smart. Raccolte una serie di potenziali tracce da analizzare in laboratorio. Si sta provando anzitutto a capire se il decesso possa essere avvenuto non per cause naturali.
Massimo riserbo
Al momento massimo riserbo da parte degli investigatori. Nessuna pista viene esclusa e nessuna notizia filtra su possibili cause della morte. L’auto è stata individuata in un piccolo vallone. A segnalarla alcuni residenti della zona che avevano notato il veicolo sospetto. Anche perché nelle 24 ore precedenti i familiari avevano lanciato l’allarme della scomparsa del 28enne.
Il medico legale
L’unica cosa certa è la prima sommaria ispezione cadaverica fatta dal medico legale. Il corpo era in decomposizione, ma questo anche per effetto del caldo di questi giorni che può aver accelerato il processo. Sulle cause ancora nessuna comunicazione ufficiale. Nella tarda serata di ieri i familiari,avvisati dai carabinieri, si sono recati sul posto ed hanno riconosciuto il giovane. Scene strazianti di dolore.
Il dolore degli amici sui social
La notizia è presto rimbalzata sui social. Gli amici più vicini hanno esternato la loro incredulità. “Vita mia – scrive Concetto Puglisi – ci hai lasciati e hai lasciato un vuoto. Un ragazzo d’oro, non mi sembra ancora vero che devo essere qui a scriverti queste parole. Non avrei mai voluto pensare a tutto ciò, mi mancherai tantissimo vita mia, anzi come mi chiamavi sempre tu cicitto”. “Mi piange il cuore – aggiunge Giovanni Ciccolo -. Eravamo piccoli piccoli, ancora non sapevamo neanche che significava amicizia. Eravamo solo all’asilo, sei sempre stato un amico vero. Quante risate insieme Sei sempre stato leale e sincero”. A parlare anche quello che si definisce il fratellastro della vittima. “Non siamo fratelli di sangue – premette Leonardo Muni -, non abbiamo condiviso anni di vita insieme. Ma sei stato più di un fratellastro, per me sei stato un fratello maggiore, non è un addio. Vivrai per sempre nel mio cuore e nei miei ricordi”.
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