Il gip del Tribunale di Messina, nelle motivazioni legate alla convalida del fermo per omicidio nei confronti di Stefano Argentino, accusato di aver ammazzato a coltellate la studentessa universitaria Sara Campanella, riporta, come emerso dalle indagini, del presunto tentativo della madre dell’indagato di voler coprire la sua fuga.
Il biglietto della madre di Stefano
E la prova, secondo quanto emerge nel provvedimento del giudice, starebbe nel ritrovamento di un biglietto scritto dalla madre di Argentino per l’altro figlio a cui avrebbe riferito dei suoi propositi di allontanamento connesso a ragioni di salute. Nella tesi del gip di Messina, si tratterebbe di una strategia allo scopo di coprire la fuga del figlio indagato, rintracciato poi dai carabinieri in un B&B riconducibile alla stessa madre grazie alla localizzazione del suo telefonino.
Le pressioni di Stefano su Sara
Il gip del Tribunale di Enna ricostruisce anche le fasi di approccio di Argentino a Sara, come lo stesso indagato avrebbe riferito agli inquirenti. In sostanza, per il giudice il 27enne si sarebbe avvicinato alla vittima per avere informazioni circa un intervento medico a cui la ragazza si sarebbe sottoposta, inoltre le avrebbe chiesto le ragioni per cui Sara non avrebbe risposto ad un messaggio inviatole nel mese di gennaio ma la vittima da tempo si sarebbe mostrata indifferente ai solleciti del 27enne di Noto.
La testimone dell”omicidio
Nel provvedimento del Gip del Tribunale di Messina sono indicati altri passaggi chiave di quel drammatico giorno cristalizzato nell’indagine dei carabinieri. Tra questi una testimonianza, quella di una donna, che nel pomeriggio del 31 marzo, nei momenti immediatamente precedenti al delitto, avrebbe sollecitato un operatore del numero di emergenza l’invio delle pattuglie e di un’ambulanza per le cure ad una ragazza, Sara Campanella, che era stata accoltellata. La testimone, come riportato dal gip di Messina, avrebbe riferito di aver avvertito, mentre era in attesa di un bus, delle urla per poi scorgere una giovane in fuga, in preda alla paura. A quel punto, avrebbe visto un ragazzo con in mano una lama, che, però, non sarebbe stata in grado di identificare.
Il racconto delle amiche
Determinanti, ai fini delle indagini, sono stati i racconti delle colleghe di Sara che avrebbero sottolineato le attenzioni pressanti di Argentino nei confronti della vittima. Nel provvedimento del Gip del Tribunale di Messina sono indicate le insistenze dell’indagato nel chiedere alla 22enne un appuntamento nonostante i reiterati rifiuti da parte di Sara.
Il messaggio su WhatsApp
L’altro aspetto rilevante indicato nell’atto di convalida del giudice è un messaggio di Sara ad un’amica su WhatApp, poco prima del delitto, in cui avrebbe chiesto dove si trovasse perché Argentino l’avrebbe seguita, manifestando tutta la sua preoccupazione.
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