• La storia di una donna che si è salvata grazie al reddito di cittadinanza
  • Senza il sussidio, con 2 figli ed il marito in carcere, avrebbe fatto la prostituta
  • La vicenda raccontata dal deputato nazionale del M5S, Paolo Ficara

A raccontare la storia di una donna che si è salvata dopo aver rischiato di fare la prostituta è il deputato nazionale del M5S, Paolo Ficara. Secondo la testimonianza dell’esponente grillino, la donna, residente nel Messinese, dopo aver beneficiato del reddito di cittadinanza, ha rinunciato alla sua idea, dettata dal timore di non poter dare da mangiare ai propri figli.

La storia

“Questa la breve storia, triste o felice, fate voi, sul reddito di cittadinanza: “ho due figli e un marito violento che ora è in carcere. Adesso prendo il reddito di cittadinanza ma qualche tempo fa avevo iniziato a pensare di vendere il mio corpo pur di dare qualcosa da mangiare ai miei figli” racconta il parlamentare nazionale del M5S, Paolo Ficara che ha raccolto la testimonianza di alcuni conoscenti della donna.

“Ho sentito i vicini di casa – racconta a BlogSicilia il deputato del M5S –  che è emblematica. Spesso si parla dei furbetti ma la vicenda di questa donna spiega l’efficacia del reddito di cittadinanza”

Incassa 18 mila euro senza averne diritto

Accanto a storie drammatiche, come quella svelata dal parlamentare siracusano, ce ne sono altre in cui emergono i “furbetti”. Protagonista è, anche in questo caso, una donna, che vive nel Palermitano. Nella domanda per ottenere il reddito di cittadinanza non aveva segnalato che il figlio era detenuto nell’ambito di un’inchiesta del 2019 della Dda di Palermo per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di locali notturni di Palermo e provincia.

L’indagine della Finanza

A scoprire l’omissione della donna, che intanto ha incassato circa 18mila euro di sussidio, è stata la guardia di finanza della compagnia di Bagheria che ha denunciato la donna alla Procura di Termini Imerese. Le fiamme gialle hanno segnalato l’irregolarità all’Inps per la sospensione del beneficio e per il recupero coattivo delle somme indebitamente percepite.

 

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