Integrati i finanziamenti per gli interventi destinati a mettere in sicurezza e chiudere definitivamente la discarica nel Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, nel Messinese.

Stanziati ulteriori 480mila euro

Il governo Musumeci, su proposta dell’assessore all’Energia Daniela Baglieri, ha approvato lo stanziamento di ulteriori 480 mila euro per le opere di somma urgenza necessarie a prevenire gravi criticità ambientali nel sito di conferimento dei rifiuti in via di dismissione.

Recente sopralluogo del Genio civile di Messina

Le somme aggiuntive copriranno le spese dei lavori destinati a eliminare potenziali rischi legati all’eventuale collasso dei rifiuti abbancati nella scarpata, così come appurato da un recente sopralluogo effettuato dal personale del Genio civile di Messina.

Baglieri: “Stanziati sinora 6 milioni di euro, problematiche di carattere ambientale”

“Si tratta di un sito dismesso – sottolinea l’assessore Baglieri – su cui la Regione sta intervenendo (ai sensi dell’art 250 del D. Lgs. 152/06) in sostituzione della società Tirrenoambiente, attualmente in liquidazione, del Comune e della Srr. Fino ad oggi l’Amministrazione regionale ha stanziato somme per circa 6 milioni di euro, garantendo la gestione della discarica in luogo dei soggetti obbligati, per prevenire gravi problematiche di carattere ambientale e si è attivata per attingere ai fondi del Pnrr nell’ambito del programma di finanziamento per i “siti orfani”, sotto la regia del ministero della Transizione ecologica”.

“Per anni limbo amministrativo”

“La discarica di Mazzarrà, infatti, è inserita nell’elenco degli interventi ammessi a finanziamento con un importo di 12 milioni di euro, risorse che ne garantiranno la chiusura definitiva in conformità alla normativa vigente. Riusciremo, così – conclude l’assessore – a mettere la parola fine ad una situazione che per anni è stata confinata in un limbo amministrativo che non ha permesso di chiudere tutte le procedure necessarie”.
Negli anni la discarica di Mazzarrà ha necessitato di lavori frequenti e le associazioni ambientaliste non hanno esitato a definirla “una bomba ecologica pronta a esplodere”.

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