Polizia di Stato e Guardia di Finanza identifica e arresta i presunti scafisti dello sbarco di migranti avvenuto al molo Norimberga di Messina il 4 dicembre.
Mercoledì scorso è giunta la nave Alan Kurdi della ONG tedesca Sea Eye, con a bordo 61 migranti, soccorsi nei giorni precedenti in acque internazionali dove erano stati intercettati su imbarcazioni carenti. Ad attendere i migranti c’erano, tra gli altri, anche gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Messina e del Gico della Guardia di Finanza che hanno avviato le indagini per l’individuazione di presunti scafisti.
Gli investigatori hanno ascoltato i migranti che dopo aver pagato una somma di denaro nel paese di origine, sono stati trasportati in Libia dove hanno trascorso alcuni giorni in un campo di detenzione in attesa di iniziare il viaggio verso l’Europa. In altri casi, invece, hanno subito torture e maltrattamenti. Solo dopo un periodo di prigionia e, in alcuni casi, di lavoro non retribuito, sono riusciti a partire.
L’attività investigativa è stata supportata da immagini video estrapolate da alcuni cellulari dei migranti e coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina ed ha permesso di individuare, tra le 61 persone soccorse in acque internazionali, i responsabili che hanno consentito il trasferimento dei migranti a bordo di natanti di fortuna dalla costa africana. Sono tre e hanno un’età compresa tra 21 e i 25 anni e sono originari rispettivamente del Sudan, Somalia e Senegal.
Le tre persone individuate sono indiziati di aver commesso atti diretti a procurare illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato dei cittadini extracomunitari dietro pagamento di somme di denaro, con le aggravanti di aver commesso i fatti in relazione a più di cinque persone, esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità fisica, sottoponendole a trattamento inumano e degradante. Su disposizione dell’giudice tre presunti scafisti sono stati portati nella Casa Circondariale di Gazzi.
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