Il sindaco di Messina Cateno De Luca, afferma in una nota che “di fronte alle perduranti difficoltà finanziarie che stanno determinando l’impossibilità di garantire le funzioni fondamentali dell’ente, chiude i battenti della città Metropolitana di Messina”.

La denuncia è “il frutto della paralisi dell’ex Provincia che ha condotto alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2018 ed al cronico disavanzo strutturale ereditato che trova origine nel prelievo forzoso dello Stato che, in questi anni, ha determinato una ingiustificata decurtazione delle entrate”.

“Un disastro di ancor maggiore portata se si considera – aggiunge – che la Città Metropolitana di Messina perderà l’opportunità di utilizzare le risorse provenienti dal Masterplan per importanti infrastrutture e da altri trasferimenti nazionali per un importo pari a 140 milioni di euro circa, mentre per l’edilizia scolastica risultano già finanziate, ma paralizzate, opere per 20 milioni circa”.

Alla luce della situazione sin qui delineata, De Luca ha disposto “che gli Uffici finanziari blocchino l’attività gestionale interrompendo ogni atto di impegno finanziario, compresa l’erogazione degli stipendi agli 840 dipendenti”.

“Si tratta di un’azione di forza nei confronti degli interlocutori nazionali – afferma – davanti all’impossibilità per le Città Metropolitane di continuare con uno stillicidio del genere affinchè si attivino immediatamente le procedure per porre fine al prelievo”.

“Il prelievo forzoso per risanare il debito pubblico da parte del Governo centrale, sta determinando il costante impoverimento delle ex province siciliane. Non a caso il grido d’allarme lanciato dal Sindaco di Messina, Cateno De Luca, è sintomatico di uno stato di malessere che rischia inevitabili conseguenze, quali il dissesto finanziario”. Così la deputata alla Camera, Matilde Siracusano, del Gruppo Parlamentare di Forza Italia, la quale oggi ha depositato un emendamento insieme al collega, Nino Germanà, al ddl di conversione del decreto legge 135/2018 in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e la PA.
“All’interno dell’emendamento – sostengono i Deputati azzurri – si prospetta il mantenimento  dell’equilibrio finanziario per gli Enti locali, e contestualmente, la possibilità di realizzare investimenti che non pregiudichino danni patrimoniali derivanti dalla perdita di eventuali finanziamenti.
“Allo stato attuale – conclude Siracusano –  a causa del prelievo forzoso, le ex province non sono in grado di mantenere i servizi basilari per il cittadino, dalla manutenzione delle strade provinciali a quella degli edifici scolastici di secondo grado. Se dal Governo nazionale si vuole decretare la morte delle ex province, noi saremo pronti a una mobilitazione con tutti i dipendenti coinvolti, per ribadire la nostra contrarietà a scelte scriteriate”.