Cinque misure cautelari interdittive a Taormina nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili dei reati di peculato, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e violazioni alla normativa in materia di subappalto. Si tratta di un funzionario dell’Asm, l’azienda che si occupa per conto del Comune di Taormina della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intera rete dell’acquedotto comunale, e di 4 imprenditori.  L’operazione è stata portata avanti congiuntamente tra guardia di finanza e polizia di Stato. A dare avvio alle investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica del tribunale di Messina, sono intervenute mirate segnalazioni inerenti anomalie nell’affidamento e nella gestione dei servizi e delle attività afferenti il settore acquedotto dell’azienda.

I riscontri

Specificamente, erano stati riscontrati una eccessiva frammentazione dei lavori ed un frequente ricorso alla trattativa privata o all’affidamento diretto a favore di un limitatissimo numero di ditte, in palese violazione degli obblighi di evidenza pubblica e del principio di rotazione previsto per gli appalti cosiddetti “sottosoglia” che utilizzano la procedura negoziata. I successivi approfondimenti, quindi, espletati per il tramite di intercettazioni telefoniche ed ambientali, interventi di natura dinamica e di riscontro sul territorio ed acquisizioni documentali, hanno consentito di fare luce, secondo l’ipotesi d’accusa e che dovrà trovare conferma nei successivi gradi di giudizio, su un sistema radicato all’interno di questo ente, “connotato dalla cattiva gestione dei poteri e delle prerogative connesse alla funzione pubblica afferente agli affidamenti di lavori e forniture da parte dell’Asm”.

Le ipotesi investigative

Secondo la Procura l’esercizio di questa azienda “sarebbe risultato piegato alla realizzazione di interessi di tipo personalistico piuttosto che rispondente ai principi di correttezza, trasparenza ed imparzialità che dovrebbero presiedere all’azione amministrativa”. Secondo quanto ha avuto modo di accertare anche il Gip del tribunale di Messina figura centrale di questo sistema è risultato un funzionario dell’azienda, responsabile del servizio acquedotto, il quale operava, secondo ipotesi d’accusa, con “spregiudicatezza e gestendo in maniera personalistica l’articolazione da lui diretta, tanto da fare mercimonio della funzione ricoperta, per ottenere vantaggi personali”.

Gli affidamenti diretti

In svariate circostanze il funzionario, essendo necessario eseguire lavori di scavo per perdite della rete idrica comunale e ripristinare la sede stradale, provvedeva con affidamento diretto ad incaricare ditte, i cui titolari erano ovviamente compiacenti, senza la consultazione di altre imprese e, quindi, in violazione alla normativa in materia di appalti pubblici. Inoltre, come emerge dall’attività d’indagine svolta dalle fiamme gialle e dalla polizia, sempre lo stesso funzionario si sarebbe appropriato, avendone la disponibilità, di materiale idraulico di proprietà dell’Asm del valore di circa mille euro e di alcuni contatori in ottone dismessi, vendendoli a terzi per oltre 2 mila euro e acquistando, con il ricavato, una caldaia e dei radiatori da installare nella propria abitazione.

Anche assunzioni in cambio di favori

Allo stesso funzionario è anche oggetto di contestazione l’aver richiesto ad un imprenditore di assumere a tempo determinato il proprio figlio, offrendogli in cambio informazioni sulle offerte presentate da altre ditte concorrenti nelle gare per l’aggiudicazione dei lavori ed annullando procedure già concluse, al solo fine di favorirlo. L’imprenditore ha anche accettato. Sulla scorta del quadro indiziario raccolto, il tribunale di Messina ha disposto nei confronti del funzionario indagato la misura cautelare della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per la durata di un anno, con interdizione, per lo stesso periodo, dello svolgimento di tutte le attività inerenti al pubblico ufficio o servizio da lui ricoperto.

Gli imprenditori coinvolti

Allo stesso modo venivano disposte ulteriori quattro misure cautelari del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione nei confronti di altrettanti imprenditori, nella misura variabile da sei a 10 mesi.

 

 

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