Nelle acque del porto di Messina, i Carabinieri del Nucleo Subacquei del capoluogo peloritano hanno individuato e soccorso un esemplare di tartaruga marina “caretta caretta” in difficoltà in quanto parzialmente aggrovigliata in uno spezzone di rete che ne impediva il normale movimento in acqua.

Il salvataggio, l’animale affidato al Centro Tartarughe Marine delle Isole Eolie

I Carabinieri, dopo aver recuperato l’esemplare, appartenente alla categoria delle specie vulnerabili, a bordo della loro motovedetta, lo hanno liberato dai fili di nylon che ostruivano una pinna bloccandone i normali movimenti e, successivamente, considerate le precarie condizioni dell’arto, hanno affidato la tartaruga marina al Centro di Pronto Intervento Tartarughe Marine delle Isole Eolie per gli esami e le cure del caso.

Varie attività dei Carabinieri subacquei

L’attività rientra tra i vari interventi che svolgono i Carabinieri Subacquei, che operano in vari ambiti, dalle attività di polizia giudiziaria e soccorso, al recupero dei beni culturali sommersi e alla tutela dell’ambiente.

Morìa di tartarughe a Scoglitti

Nell’arco di 48 ore due tartarughe della specie caretta caretta trovate morte sulla spiaggia di Scoglitti, nel Ragusano. Secondo gli ambientalisti le cause collegate al precario stato di salute del mare.

I ritrovamenti

Le due carcasse sono state intercettate dai volontari dell’Oipa, l’organizzazione internazionale di protezione animali. Per l’esattezza localizzate sulla cosiddetta “costa Fenicia”, nella frazione di Vittoria, poco più avanti di dove si trova il bar della spiaggia.

Allarme microplastiche

Si tratta del secondo esemplare ritrovato morto sempre nello stesso punto. “Che la salute dei mari adiacenti alla fascia trasformata non sia dei migliori – sostengono i volontari Oipa – non lo scopriamo oggi. Non ci resta altro che attendere di poterne individuarne le cause, semmai si riuscirà a scoprire. Noi rilanciamo con forza una attenzione maggiore da parte degli organi preposti sullo stato di salute dei nostri mari. Troppa plastica, fili di nailon ed altro finiscono in mare ogni anno con danni incalcolabili su un già precario ambiente marino. Senza tener conto che le microplastiche finiscono negli alimenti che mangiamo giornalmente”.

Il salvataggio di un’altra tartaruga a febbraio a Favignana

Nei primi giorni di febbraio l’equipaggio dei Carabinieri del battello CC405 del Distaccamento Navale di Favignana, impegnati in un servizio di pattugliamento marittimo, hanno notato, nello specchio d’acqua a circa 2 miglia dalla costa antistante la località Punta sottile, la presenza in superficie di un esemplare di tartaruga marina appartenente alla specie protetta “Caretta Caretta”.

L’animale aggrovigliato rischiava di morire

L’animale risultava aggrovigliato da cime in materiale plastico/sintetico, bottiglie in plastica e lenza con ami da pesca che, strozzando la pinna anteriore destra, immobilizzavano completamente l’arto, motivo per il quale la tartaruga è da subito apparsa in grosse difficoltà e rischiava di morire.

Dopo le cure la liberazione

I Carabinieri hanno così provveduto al recupero a bordo del battello dell’esemplare, adulto di sesso femminile del peso di circa 30 Kg., affidandolo poi alle cure del personale dell’Area Marina Protetta “Isole Egadi” che provvederà anche alla successiva liberazione.

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