Due scosse di terremoto avvertite nel Messinese, nella zona di Cesarò. La prima, alle 6.07 di questa mattina di magnitudo 4, la seconda pochi minuti dopo di magnitudo 2. Le scosse sono state registrate dall’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, a una profondità di 19 e 24 chilometri.

Dove sono state avvertite le scosse

I comuni più vicini all’epicentro dei terremoti oltre a Cesarò sono Troina e Regalbuto, nell’Ennese, San Teodoro
nel Messinese, e Bronte nel Catanese. Al momento non si registrano danni

Settimana scorsa nel Catanese

La settimana scorsa l’evento tellurico in Sicilia è stato nel Catanese. Un terremoto di magnitudo 3.1 registrato poco dopo mezzanotte sull’Etna. L’evento è stato nettamente avvertito dalla popolazione di diversi paesi del vulcano. L’ipocentro è stato localizzato dall’Ingv, osservatorio etneo, di Catania a 1,6 chilometri a nord di Zafferana Etnea a una profondità di 2,8 chilometri. Alla scossa ha fatto seguito uno sciame sismico di almeno altri 14 terremoti di magnitudo compresi tra 1.0 e 1.7, con ipocentro nella stessa zona, tra Zafferana etnea e Linera. Quello di minore energia è stato registrato alle 04.22.

La scossa del 16 giugno

Altre scosse di terremoto erano già stata avvertita lo scorso 16 giugno. In quel caso era stato registrato un evento di magnitudo 2.5 alle 6.33 a Santa Venerina, paese alla falde dell’Etna nel Catanese. La sala operativa dell’Ingv-Oe di Catania, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, aveva localizzato l’ipocentro a un chilometro a nord-ovest del paese. La profondità della scossa invece è stata localizzata a 4 chilometri. Il sisma è stato avvertito in diversi paesi dell’aera. Alla fine del maggio scorso altra scossa più consistente,  di magnitudo 4.0, registrata dalle stazioni della rete sismica nazionale. L’epicentro localizzato nella Valle del Bove, a sei chilometri da Milo sempre nel Catanese, con ipocentro a una profondità di circa sei chilometri. Quell’evento fu nettamente avvertito dalla popolazione in numerosi comuni della provincia etnea, e non solo. E’ accaduto in un’area caratterizzata da una sismicità diffusa correlabile all’attività vulcanica dell’Etna e alle strutture tettoniche adiacenti.

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