Il personale del Commissariato di Sant’Agata di Militello (Me) hanno eseguito una misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento, emessa dal Gip  del Tribunale di Patti, su richiesta del Procuratore della Repubblica di Patti Angelo Cavallo e del Sostituto Procuratore Federica Urban, nei confronti di due extracomunitari. Si tratta di madre e figlio,responsabili dei reati di maltrattamenti in famiglia, nella forma aggravata, lesioni e violenza privata in concorso, ai danni di una familiare convivente.

Le motivazioni alla base delle aggressioni nascerebbero da usanze culturali-religiose, cui la donna non si sarebbe voluta uniformare. L’indagine è stata avviata in seguito a una richiesta d’intervento ricevuta da Commissariato di Sant’Agata nello scorso mese di novembre, con era stata segnalata violenza domestica ai danni di una donna, arrivata al Pronto Soccorso con numerosi lividi sul corpo.

Alle domande poste dai poliziotti i familiari della donna hanno risposto che si era fatta male da sola. In realtà la donna ha raccontati agli investigatori che i suoi parenti le rimproveravano di avere uno stile di vita troppo vicino a quello occidentale, di non voler indossare il velo islamico e di avere la gravissima colpa di non voler sposare un uomo, sconosciuto, del suo paese di origine.

Come dimostrato dalle indagini svolte dagli uomini del Commissariato la resistenza della donna era diventata motivo di aggressioni verbali e fisiche. Ai suoi rifiuti, seguivano le aggressioni dei familiari. Le intercettazioni, telefoniche ed ambientali, hanno confermato le ripetute aggressioni, sia verbali che fisiche. Alla donna veniva impedito di uscire da sola e le erano state sottratte le chiavi di casa, per cui, in assenza dei familiari, la vittima restava in casa con la porta chiusa a chiave.

Quello che ha determinato la richiesta dei provvedimenti cautelari da parte degli uomini del Commissariato, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Patti Angelo Cavallo e dal Sostituto Procuratore Federica Urban, oltre alle aggressioni, sono state le intenzioni dei familiari della vittima che avevano in programma di portarla nel paese di origine al fine di utilizzare dei “metodi” che l’avrebbero guarita.

È emerso dalle intercettazioni che la madre, convinta che la figlia fosse posseduta, con una scusa l’avrebbe portata nel paese d’origine dove un “guaritore” l’avrebbe sottoposta a degli esorcismi per liberarla dal male che la possedeva. In un’altra conversazione, un parente della madre, dopo aver suggerito di far bere di nascosto degli intrugli alla figlia, avrebbe anche suggerito di portare la giovane da un esorcista dai metodi particolarmente violenti che avrebbe risolto il tutto, come era successo ad un’altra ragazza che l’interlocutore conosceva.

I due destinatari delle misure sono stati allontanati dal domicilio, con l’intimazione a non avvicinarsi alla vittima.