Vladimir Putin, nel discorso al Parlamento russo sullo Stato della Nazione, ha annunciato la sospensione dell’applicazione del trattato Start, che regolarizza la riduzione delle armi nucleari in vigore con gli Stati Uniti d’America perché perché non può permettere agli ispettori americani di visitare i siti nucleari russi mentre Washington è intenta ad infliggere “una sconfitta strategica” a Mosca. Il Capo del Cremlino ha precisato che non si tratta, però, di un ritiro definitivo dagli accordi.

Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, ha commentato: “Deploro la sospensione” e “invito” Mosca a “riconsiderare questa decisione”. Questa decisione “fa crollare l’ultimo elemento del controllo degli armamenti”.

Inoltre, Antony Blinken, segretario di Stato americano, ha parlato di scelta “profondamente deludente e irresponsabile”. Inoltre, Blinken ha spiegato che l’amministrazione Biden è pronta a parlare del trattato sulle armi nucleari “in ogni momento con la Russia, a prescindere dal resto che succede del mondo”. “Osserveremo attentamente per vedere quello che effettivamente farà la Russia”, ha aggiunto, affermando che gli Usa si assicureranno di avere “una postura appropriata per la sicurezza del nostro Paese e dei nostri alleati. Credo che sia importante che noi continuiamo ad agire responsabilmente in questa area, è anche qualcosa che il resto del mondo si aspetta da noi”.

Cos’è il trattato Start?

Il Trattato START (Strategic Arms Reduction Treaty, in italiano Trattato di riduzione degli armamenti strategici) è un accordo bilaterale siglato tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica il 31 luglio 1991 a Mosca, durante la Guerra Fredda. Il trattato era volto a ridurre il numero di armi nucleari strategiche detenute dalle due superpotenze.

Il Trattato START prevedeva la riduzione del numero di testate nucleari detenute dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica a 6.000 ciascuno e il limite di 1.600 missili balistici intercontinentali (ICBM), sottomarini (SLBM) e bombardieri pesanti equipaggiati con testate nucleari. Inoltre, il trattato prevedeva la riduzione del numero di impianti di lancio per ICBM e SLBM.

Il Trattato START è stato il primo accordo di disarmo nucleare siglato tra le due superpotenze, e ha rappresentato un passo significativo nella riduzione del rischio di una guerra nucleare tra i due Paesi.

Trattato START II

Il trattato è stato in vigore fino al 2009, quando è stato sostituito dal Trattato START II, siglato tra USA e Federazione russa il 3 gennaio 1993.

Il trattato prevedeva la riduzione del numero di testate nucleari detenute da entrambi i paesi a 3.000-3.500 ciascuno, e l’eliminazione di tutti i missili balistici intercontinentali multi-testata. Inoltre, il trattato prevedeva l’eliminazione di alcuni sistemi di armi più avanzati, come i missili balistici MIRV (Multiple Independently Targetable Re-entry Vehicle).

Il Trattato START II è stato visto come un passo significativo nella riduzione degli arsenali nucleari strategici, ma non è stato mai ratificato dal Senato degli Stati Uniti. Tuttavia, entrambi i Paesi hanno continuato a ridurre il loro arsenale nucleare attraverso altri accordi di riduzione degli armamenti.

Trattato START III e Trattato New START

Il Trattato START II è stato in parte sostituito dal Trattato START III, un accordo che avrebbe ulteriormente ridotto il numero di testate nucleari a 2.000 ciascuno, ma che non è mai stato negoziato. Al momento, il principale accordo di controllo degli armamenti tra gli Stati Uniti e la Federazione Russa è il Trattato New START, firmato nel 2010 e in vigore fino al 2026 che prevede che entrambe le parti riducano il numero di testate nucleari a 1.550 ciascuno, e il numero di lanciatori intercontinentali, missili balistici e bombardieri pesanti equipaggiati con testate nucleari. Inoltre, il trattato impone una serie di misure di verifica e ispezioni reciproche, al fine di garantire il rispetto degli obblighi di riduzione degli armamenti.

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