Le mascherine hanno un «impatto notevole» nell’arresto delle goccioline respiratorie espulse da una persona. Lo dice un nuovo studio.
Invece, optare per le bandane a strato singolo è una scelta sbagliata perché hanno la peggiore capacità di arresto delle goccioline.
Nel dettaglio, un team di ricercatori della Florida Atlantic University ha esplorato l’efficacia di vari materiali nel bloccare le goccioline. I ricercatori hanno utilizzato una pompa manuale e un manichino per emulare la tosse e gli starnuti. I risultati sono stati pubblicati il 30 giugno scorso su Physics of Fluids.
La logica alla base delle mascherine è quella di ridurre il rischio di infezione per mezzo delle goccioline respiratorie provenienti da individui non sani. Tossire, starnutire e parlare emettono queste goccioline che possono atterrare sulle persone sane e infettarle con il nuovo coronavirus.
Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che le goccioline non ostruite ed espulse possono raggiungere una distanza di 12 piedi (3,7 metri, ovvero il doppio rispetto a quella che bisognerebbe mantenere tra le persone). Gran parte di queste goccioline, però, cadono a terra, anche se gli studiosi hanno raccomandato di aggiornare le linee guida attuali sul distanziamento sociale.
È stato scoperto che quando il manichino era dotato di una bandana, le goccioline hanno percorso in media 3 piedi e 7 pollici (1,1 metri). Invece, in presenza di una mascherina ‘commerciale’, le goccioline hanno raggiunto una distanza in media di 8 pollici (20, 32 centimetri).
I ricercatori, infine, hanno affermato che anche le mascherine più efficaci consentono alle goccioline di farsi strada attraverso i piccoli spazi presenti sui bordi.
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