Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha affermato che il virus potrebbe infettare molte più persone di quelle attuali se i governi non dovessero cominciare ad attuare le politiche necessarie.

Per Ghebreyesus bisogna testare, tracciare, isolare e mettere in quarantena («Test, Trace, Isolate and Quarantine»).

In tutto il mondo sono stati registrati più di 10 milioni di casi da quando il coronavirus è comparso in Cina alla fine dello scorso anno.

Il numero di pazienti deceduti è oggi superiore a mezzo milione. La metà dei casi mondiali si è verificata negli Stati Uniti e in Europa ma il Covid-19 è in ascesa anche in America Latina. Il virus sta colpendo anche l’Asia meridionale e l’Africa.

Ieri, lunedì 29 giugno, il direttore generale dell’OMS ha detto: «Tutti vogliamo che finisca. Tutti vogliamo andare avanti con la nostra vita. Ma la dura realtà è che non siamo neanche vicini alla fine. Sebbene molti Paesi abbiano fatto alcuni progressi, a livello globale la pandemia sta accelerando».

E ancora: «Con 10 milioni di casi ora e mezzo milione di morti, a meno che non affrontiamo i problemi che abbiamo già identificato, la mancanza di unità nazionale e di solidarietà globale, nonché il mondo diviso, stanno effettivamente aiutando il virus a diffondersi… il peggio deve ancora arrivare. Mi dispiace dirlo ma con questo tipo di ambiente e condizioni temiamo il peggio».

Il direttore generale dell’OMS ha anche esortato a seguire gli esempi di Germania, Corea del Sud e Giappone, che hanno tenuto sotto controllo l’epidemia attraverso politiche che comprendevano test rigorosi.

A oggi il Paese più colpito sono gli Stati Uniti d’America con oltre 2 milioni e mezzo di casi e 126mila vittime. Negli ultimi giorni sono stati segnalati forti aumenti di casi, ad esempio in Texas e Florida. Poi c’è il Brasile con 1,3 milioni di contagiati e oltre 57mila morti.

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