Andrea Crisanti, microbiologo dell’Università di Padova, ad Agorà, su Raitre, ha affermato: «La possibilità di uscire definitivamente da questa situazione dipende sostanzialmente dalla durata della protezione dei vaccini e dalle eventuali nuove varianti».
Con la diminuzione dei nuovi casi di contagio, «è il momento di intensificare il tracciamento, di aumentare il numero dei tamponi – ha aggiunto Crisanti – Non facciamo abbastanza tamponi, credo ci sia ancora un sommerso importante».
L’esperto ha anche detto che «in molte parti del mondo non hanno a disposizione vaccini ed è alto il rischio che possano svilupparsi varianti in grado di sfuggirgli».
«Basta guardare a quello che sta accadendo nel Regno Unito – ha proseguito Crisanti – dove l’aumento dei casi è del 40% settimanale: non dimentichiamo che lì fanno 750 mila tamponi, per lo più molecolari, al giorno e c’è una capacità di filtro e tracciamento alle frontiere che noi non abbiamo».
Crisanti ha proseguito, rispondendo a una domanda sui vaccini da somministrare in vacanza: «Non abbiamo un’Anagrafe nazionale vaccinale e non c’è flusso di dati tra le regioni: dovendo fare i green pass e programmare i richiami, è sicuramente fonte di grande confusione. Sono cose che vanno programmate con grande serietà».
L’esperto ha anche detto: «Con la percentuale dei vaccinati che continua ad aumentare, entro un mese sicuramente potremo togliere la mascherina all’aperto. In Inghilterra praticamente all’aperto non la usa più nessuno».
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