Massimo Galli, responsabile del Dipartimento di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, intervistato dal Messaggero, ha affermato: «Non sarei stato scandalizzato e non lo avrei ritenuto un fallimento se le scuole avessero aperto solo il primo ottobre, in una situazione in cui tutto fosse stato sistemato a dovere. Giorno dopo giorno emergono varie difficoltà e poi in mezzo ci sono delle elezioni. Se devi aprire le scuole, per poi chiuderle per le elezioni, infine le devi pulire e poi riaprire… Insomma, valeva la pena aspettare».
«Detto questo – ha aggiunto – mi preoccupa il fatto che è difficilissimo ottenere il distanziamento a scuola. Bisognerebbe valutare sistemi alternativi, magari a rotazione fare lezione da remoto per un terzo degli scolari di una classe. Infine, avremmo bisogno di più test e presenza sanitaria nelle scuole».
«La misurazione della febbre a casa mi lascia perplesso – ha proseguito l’esperto -E avremo problemi quando cominceranno a esserci tutte le altre infezioni alle vie respiratorie, non mi è chiaro cosa succederà nelle varie regioni per il vaccino anti influenzale rivolto a bambini e ragazzi».
Più tamponi agli studenti? Galli ha svelato: «Noi stiamo studiando un sistema che velocizza i tempi: prelievo della saliva per gruppi, per classi, in modo da velocizzare i test. Se in una classe emergono tracce di coronavirus, allora si fanno i tamponi ai singoli studenti di quella classe. Si chiama pooling, ci stiamo lavorando».
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