L’azienda fermaceutica AstraZeneca ha annunciato ieri, giovedì 23 dicembre, che la terza dose del suo vaccino anti Covid-19 aumenta “significativamente” il livello degli anticorpi contro la nuova variante Omicron.

Sulla base di uno studio di laboratorio dell’Università di Oxford, AstraZeneca ha comunicato che i livelli degli anticorpi che neutralizzano Omicron dopo una terza dose sono simili ai livelli raggiunti dopo le due dosi contro la variante Delta.

La casa farmaceutica anglo-svedese ha aggiunto che “i livelli osservati dopo una terza dose sono stati superiori agli anticorpi trovati negli individui precedentemente infettati e guariti naturalmente” dai ceppi Alfa, Beta, Delta e originario di SARS-CoV-2. L’azienda ha chiarito che lo studio della terza dose è stato condotto “in modo indipendente” dai ricercatori dell’Università di Oxford, con i quali AstraZeneca ha sviluppato il suo vaccino. “È molto incoraggiante osservare che gli attuali vaccini hanno il potenziale per proteggere da Omicron dopo una terza dose”, ha affermato John Bell, uno dei ricercatori dell’Università di Oxford che ha condotto lo studio.

Varie ricerche recenti, condotte in laboratorio, hanno già mostrato che il livello degli anticorpi contro Omicron diminuisce nei vaccinati con i sieri di Pfizer/BioNTech e Moderna. Pfizer e Moderna, tuttavia, hanno anche annunciato che una dose di richiamo sembra aumentare significativamente l’immunità anticorpale ma mancano dati sulla durata di questa protezione.

Sebbene i risultati iniziali siano positivi, AstraZeneca ha annunciato martedì scorso, 21 dicembre, che sta lavorando con l’Università di Oxford per produrre un vaccino specifico anti Omicron.

La nuova variante è già stata rilevata in 106 Paesi ed è dominante in alcuni di essi. Nonostante sia più contagiosa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sostiene che non ci sono ancora dati per concludere che Omicron sia meno o più grave di Delta.

A tal proposito, indagini effettuate nel Regno Unito, Sud Africa e Scozia rivelano che i ricoveri ospedalieri dei pazienti contagiati dalla variante Omicron diminuiscono tra il 40% e il 45% rispetto a Delta.

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