Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli studi di Milano, intervenuto a Buongiorno di SkyTg24, ha affermato: «La curva del contagio è ancora in crescita, ma è una crescita lineare. Direi che dobbiamo aspettarci ancora una crescita e arrivare spero al picco entro una settimana. La curva sarebbe stata esponenziale, invece con le disposizioni abbiamo creato una curva che è una collina. Siamo nella fase di plateau e bisogna insistere, questo è fondamentale».
E il Natale? Per il direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano «è difficile fare previsioni così a lungo termine, tutto dipenderà dai risultati e dall’impegno di tutti noi, cittadini e istituzioni. L’emergenza non è scavallata, ma quasi. Su questo dobbiamo essere tutti confidenti per un futuro più sereno. Siamo nella fase di picco, ho visto dati che mi rasserenano ad esempio nel numero di chiamate d’ambulanza in Lombardia, si vede un evidente decremento da alcuni giorni».
«È una situazione – ha proseguito l’esperto – che vede Lombardia, Campania e Piemonte ancora coinvolte pesantemente, però si vedono plurimi segnali di raffreddamento della crescita. Questo è un aspetto positivo che a mio avviso dimostra l’efficacia delle disposizioni e il fatto che noi cittadini, un po’ obtorto collo e con la sofferenza dei lavoratori delle attività colpite, stiamo lavorando al meglio. E questo è ciò che dovremo fare per darci una speranza di un Natale sobrio, magari meno impegnato dal punto di vista degli obblighi e delle disposizioni».
Infine, sui vaccini, Pregliasco ha parlato di risultati «interessanti»: «Il vaccino di Moderna è più maneggevole dal punto di vista della catena del freddo, quello di Pfizer è, diciamo, più complicato perché necessita di temperature più basse. I risultati clinici sono interessanti, sono elementi che vanno ancora ulteriormente valutati ma credo siamo ormai all’ultima raccolta di dati. L’effetto di sanità pubblica delle campagne di vaccinazione con questi vaccini e di altri in arrivo lo vedremo nel corso del 2021, perché servirà l’organizzazione, la logistica, il coinvolgimento delle persone, anche quella quota del 30 per cento di italiani scettico sul vaccino».
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