Carlo Calenda, leader di Azione, intervistato da Massimo Giannini, direttore de La Stampa, ha detto di augurarsi che nasca il terzo polo: “ci sono tutte le premesse e tuttavia è un incontro tra due forze politiche molto diverse. Le vicinanze programmatiche ci sono quasi tutte, bisogna adesso integrare due corpi che hanno avuto impostazioni politiche diverse, una ha fatto un governo con i Cinque Stelle, l’altra no”. La discussione con Italia Viva di Matteo Renzi è in corso ma non c’è ancora un accordo.
Calenda ha poi ribadito che “non c’è alcun dubbio che siamo esentati dalla raccolta firme. C’è l’esenzione dovuta al fatto che sono europarlamentare, ho fatto fare anche dei pareri Pro veritate, siamo stati molto cauti su questo”.
Il leader di Azione ha anche attaccato il programma elettorale del centrodestra: “Noi promettiamo di non promettere. Il centrodestra ha promesso 200 miliardi, cinque miracoli, che nemmeno nostro Signore…”.
Calenda ha chiarito che “non faremo la politica dei due forni, quello sovranismo è pericoloso. Noi puntiamo a un perno di centro in modo da far tornare Draghi premier. Credo che la destra si dissolverà, si dissolverà la leadership di Salvini e Forza Italia. Quindi, si creerà un’area popolare e un’alleanza larga”.
Infine, il pronostico del leader di Azione: “Punto sul pareggio. Non credo che la Meloni abbia la strada spianata. Con lei l’Italia andrebbe in serie B”.
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