“Il mio aggressore è stato denunciato direttamente dalla polizia, e anche da me: è la settantesima denuncia che presenta il mio avvocato”.

Così, intervistato dal Corriere della Sera, Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, vittima di un’aggressione davanti al portone di casa.

L’infettivologo ha raccontato di essere bersaglio di aggressioni, prima attraverso i social media e ora direttamente, nel mondo reale e non più virtuale. Sono cominciate “attorno a dicembre dell’anno scorso, quando si sono resi disponibili i vaccini. Io ho sempre assunto posizioni pro vax, come del resto tutti coloro che fanno il mio mestiere e le ho sempre sostenute”.

All’inizio si sono manifestate “con insulti e minacce di morte a me e alla mia famiglia, soprattutto sulla mia pagina Facebook. Poi con lettere anonime indirizzate al mio ospedale, successivamente con telefonate, sempre anonime, alla segreteria dell’ospedale e a mia moglie. Negli ultimi giorni, via Telegram, hanno reso pubblico il numero del mio cellulare: continuo a ricevere messaggi di insulti e minacce”.

“Un errore sarebbe considerarli folkloristici e personalistici: al loro interno c’è un po’ di tutto. Molte di queste persone sono veri e propri delinquenti, gestiti non si capisce bene da chi: il colore politico non c’entra, a mio avviso. Lo slogan è ‘andare contro’ e il vaccino anti Covid è l’obiettivo principale che hanno scelto. La magistratura e lo Stato, però, devono intervenire: sono fenomeni pericolosi, anche se promossi, alla fine da quattro gatti. Che hanno, purtroppo, molta visibilità”.

Sempre Bassetti, ma ad Adnkronos Salute, ha svelato: “In questo momento quando esco di casa e vado in ospedale la Polizia mi accompagna e così al ritorno. Ma non è importante quello che stanno facendo le forze dell’ordine, che è encomiabile, ma quello che dovrebbe fare la magistratura ovvero mettere insieme tutte le denunce e lavorare con l’unico scopo di perseguire queste persone come associazione a delinquere o movimenti di eversione. Quindi non più perseguirli come offesa alla persona ma per quello che fanno contro l’ordine pubblico. Credo che su questo sia importante, occorre intervenire perché queste violenze sono allo stesso livello degli atti terroristici”.

Articoli correlati