Una vacanza pensata per essere un momento di gioia e condivisione si è trasformata in un dramma irreparabile. Dulcie White, 66 anni, è caduta in mare durante una crociera tematica dedicata a Taylor Swift, perdendo la vita in circostanze che ora sono al centro di una causa legale contro la compagnia Royal Caribbean. La figlia, Megan Klewin, che era con lei sulla nave, accusa la compagnia di negligenza per aver continuato a servire alcolici alla madre nonostante fosse visibilmente ubriaca.
Un viaggio madre-figlia dal sapore amaro
Era il 22 ottobre 2024. Dulcie White aveva deciso di accompagnare la figlia su una crociera di quattro giorni ispirata all’universo musicale di Taylor Swift. L’occasione: una “girls’ trip”, un viaggio al femminile per creare ricordi insieme. Ma l’esperienza si è trasformata in una tragedia che la famiglia non potrà mai dimenticare.
A bordo della “Allure of the Seas“, una delle navi più grandi del mondo, la 66enne originaria di New York aveva acquistato un pacchetto “deluxe” da 70 dollari al giorno, che offriva il consumo illimitato di bevande alcoliche. Secondo la figlia, era la prima volta che la madre si lasciava andare così tanto. “Probabilmente voleva sfruttare il pacchetto per intero”, ha dichiarato Megan. “Era completamente fuori controllo, mai vista così. Mi spezza il cuore che questo sia il mio ultimo ricordo di lei”.
Una caduta nel vuoto sotto gli occhi della figlia
La dinamica dell’incidente, emersa nei dettagli solo successivamente grazie a una causa legale intentata presso la contea di Miami-Dade, racconta di una situazione gestita con superficialità. In appena sei ore e otto minuti, Dulcie White avrebbe ricevuto sette drink alcolici dal personale del bar, nonostante presentasse chiari segni di intossicazione: barcollava, balbettava, parlava in modo confuso e non riusciva a mantenere l’equilibrio. L’alito sapeva di alcol, gli occhi erano lucidi.
Un altro passeggero si era offerto di accompagnarla in cabina, vedendola in difficoltà. Una volta lì, la donna sarebbe uscita sul balcone, probabilmente per sistemare la valigia, che madre e figlia avevano lasciato all’esterno per fare spazio nella cabina. “Ho distolto lo sguardo per un attimo”, ha raccontato Megan a CBS News, “e quando l’ho rialzato l’ho vista di spalle. Era seduta sul bordo del balcone, come se ci fosse salita. Poi è caduta prima che potessi raggiungerla”.
Il corpo della donna non è mai stato recuperato.
Le accuse alla compagnia: “Nessun tentativo di soccorso”
Secondo quanto riportato dalla denuncia, Royal Caribbean non avrebbe attivato in modo tempestivo le procedure previste in caso di “uomo in mare”. La nave non avrebbe nemmeno invertito immediatamente la rotta, né messo in acqua le scialuppe di salvataggio. La compagnia, dal canto suo, ha scelto di non rilasciare commenti ufficiali in quanto la causa è ancora in corso.
“Ci perseguiterà per il resto della nostra vita”, ha detto la figlia. “Credo che il consumo eccessivo di alcol e il servizio incontrollato siano stati la causa di tutto questo”. Secondo Megan Klewin, il personale della nave sarebbe incentivato a continuare a servire i passeggeri per ottenere più mance, anche quando la situazione sfugge di mano.
Un pacchetto illimitato sotto accusa
Al centro della vicenda c’è anche il discusso pacchetto “drink illimitati” venduto da Royal Caribbean. Offerto come optional a pagamento, promette ai passeggeri la possibilità di bere quanto desiderano. Ma secondo l’avvocato della famiglia White, Spencer Aronfeld, proprio questo tipo di promozione incoraggerebbe un consumo eccessivo e irresponsabile.
“I membri dell’equipaggio hanno ignorato segnali evidenti di ubriachezza estrema”, si legge nella causa intentata dalla famiglia. E ancora: “Questi pacchetti spingono a bere di più, perché i passeggeri vogliono sfruttare al massimo ciò per cui hanno pagato. E il personale di bordo, incentivato dalle mance, non interviene”.
Aronfeld ha inoltre sottolineato che la legge marittima degli Stati Uniti — nota come High Seas Act — limita fortemente i risarcimenti che si possono ottenere in casi del genere. Tuttavia, l’obiettivo della famiglia non è soltanto economico: chiedono giustizia e un cambiamento nelle politiche delle compagnie di crociera. “Una vittoria in questo caso”, ha detto l’avvocato, “sarebbe far sì che Royal Caribbean e le altre compagnie smettano di vendere questi pacchetti di alcol illimitato”.
Un dolore che resta
Per Megan Klewin, il dolore è ancora vivo. Il senso di colpa, la rapidità dell’accaduto, il rimorso di non aver capito in tempo la gravità della situazione, sono ferite aperte. “È terribile che questo sia l’ultimo ricordo che ho di lei”, ha ripetuto con voce rotta. “Solo perché voleva passare del tempo con me, divertirsi un po’”.
Una vacanza che doveva essere all’insegna della leggerezza, della musica e del legame madre-figlia si è trasformata in un lutto improvviso. E oggi, a più di un anno di distanza, la battaglia legale è solo all’inizio.
Lo sapevi che…?
- Le navi da crociera possono ospitare fino a 6.000 passeggeri e più di 2.000 membri dell’equipaggio. Coordinare la sicurezza in ambienti così complessi è una sfida continua.
- Le cadute in mare dalle navi da crociera sono più frequenti di quanto si pensi: secondo la Cruise Lines International Association, dal 2000 al 2020 sono state segnalate oltre 300 cadute da bordo.
- Alcune navi sono dotate di sensori e sistemi video per rilevare cadute, ma non tutte le compagnie li utilizzano in tempo reale.
- Il pacchetto “drink illimitati” è una delle offerte più controverse nel settore crocieristico, spesso criticata da esperti di sicurezza.
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