L’Europa deve prepararsi a una seconda ondata mortale di coronavirus in inverno. Questo il monito di Hans Kluge, direttore della regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Come riportato sul Daily Mail, Kluge si è detto «molto preoccupato» circa l’aumento delle infezioni da Covid-19 che andrebbe a coincidere con i casi di influenza stagionale. Ha affermato che è questo il momento per rafforzare i Sistemi Sanitari Nazionali, aumentando i posti letto in modo tale che i Paesi siano pronti a sostenere un numero maggiore di pazienti.

Il dr. Kluge ha anche rimarcato che ora è il momento della «preparazione», anche se il numero giornaliero dei casi e delle vittime sta diminuendo: succede nel Regno Unito (dove sono stati comunicati 170 morti, il numero più basso dall’inizio dell’epidemia) così come in Spagna, Francia e Italia. In pratica, per il direttore della regione europea dell’OMS, il calo dei contagi e dei decessi non significa che la pandemia sta volgendo al termine.

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Parlando al The Telegraph, l’esperto ha affermato che questi Paesi dovrebbero imparare dalla prima ondata di infezione e cominciare a rafforzare i propri sistemi di sanità pubblica: «Singapore e Giappone hanno capito presto che questo non è un momento di festa ma un momento di preparazione, al contrario di quanto avviene, ad esempio, nei Paesi scandinavi dove non si esclude una seconda ondata ma pensano che sarà localizzata e veloce da superare».

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Quasi tutti gli scienziati concordano sul fatto che l’infezione è destinata a riemergere in una seconda ondata non essendoci un vaccino o una cura ad hoc: c’è solo da capire quando succederà. Il professore britannico Jonathan Van Tam ha avvertito durante il briefing quotidiano del governo del Regno Unito del 29 aprile scorso che il virus «tornerà assolutamente». E Robin Shattock dell’Imperial College di Londra ha affermato lo stesso al Times: «Il vero grande pericolo potrebbe accadere in inverno, quando ci sarà un doppio peso per il servizio sanitario, perché ci sarà anche l’influenza stagionale».

Non è ancora chiaro, comunque, se il nuovo coronavirus sia ‘endemico’, ovvero che circola allo stesso livello durante tutto l’anno o sia stagionale, e quindi colpisca maggiormente nei mesi invernali più freddi, come già succede con gli altri virus respiratori. Da ricordare, infine, che l’influenza spagnola è arrivata in tre ondate: primavera 1918, autunno 1918 e inverno 1919.