Battuta d’arresto per i test clinici sul vaccino contro il Covid-19. Si tratta del farmaco in via di sviluppo di AstraZeneca, insieme all’Università di Oxford. Uno dei partecipanti alla sperimentazione, infatti, ha riscontrato una reazione avversa.

La società farmaceutica ha, infatti, comunicato in una nota che in una revisione standard dei trial del vaccino una persona ha sviluppato una malattia non spiegata. Lo stop temporaneo serve ai ricercatori per avere il tempo di esaminare i dati, mantenendo l’integrità della sperimentazione. Il vaccino di AstraZeneca è uno di quelli in fase di studio più avanzata, considerato tra i principali candidati per un precoce ingresso sul mercato. Un portavoce di AstraZeneca ha confermato la sospensione dei test sul vaccino negli Stati Uniti d’America e in altri Paesi.

Alberto Villani, direttore di Infettivologia presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma, ad Agorà, su Raitre ha affermato: «Come al solito se vogliamo vedere il bicchiere mezzo vuoto, allora c’è questo aspetto», cioè che ci siano delle reazioni anomale alle sperimentazioni sul vaccino (che è quello su cui lavora anche l’Italia).

«Ma se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno – ha aggiunto – allora è la conferma che in Italia le cose vengono fatte molto bene, che quando si arriverà a disporre di un vaccino, sarà sicuro perché avrà superato tutte le prove che devono essere superate».

«Teniamo anche conto che nel mondo sono alcune decine i vaccini in sperimentazione – ha aggiunto Villlani – e va messo in conto che non funzionino». Sui tempi di attesa per un vaccino, l’esperto ha detto: «Fare previsioni è sempre molto difficile. In genere se ne studiano 10-15 insieme. Qui se ne studiano centinaia quindi le chance statisticamente sono più alte di riuscire ad avere un vaccino sicuro e utilizzabile in tempi decisamente inferiori».

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