A Matteo Salvini non piace il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In pratica, per il leader della Lega ci sono ancora troppi negozi che restano aperti e questo rischierebbe di allungare i tempi del contenimento della diffusione del coronavirus.

Intervistato su Radio24, l’ex Ministro dell’Interno ha affermato: «Il decreto non basta. I medici ci chiedono di chiudere tutto quello che non è strategico per il Paese per il bene della salute pubblica. Poi leggi il decreto e vedi che possono rimanere aperti ferramenta, profumerie, tabaccherie, profumerie. Nel mondo industriale, del trasporto, è tutto aperto. A Milano c’è la metropolitana piena mi dicono. Le cose o si fanno o non si fanno». E ha aggiunto: «Oggi faremo altre proposte sul testo del decreto perché servono più rigore e più fermezza».

Salvini ha detto che «gli operai sono in rivolta, si chiedono: ‘Ma noi siamo cittadini di serie B?’» e ha sottolineato che «i tabaccai non sono strategici». Poi il leghista ha pure affermato: «Darei le mascherine prima ai poliziotti invece di mandarle nelle carceri».

Capitolo Unione Europea: «Giudicheremo i fatti. Un conto sono gli annunci, un conto quello che c’è scritto» nei provvedimenti, ha detto Salvini, aggiungendo che «dall’Ue vogliamo capire quanti soldi, come e quando». Il leghista ha poi affermato di avere proposto «una zona protetta europea perché se le nostre misure drastiche non saranno applicate a tutti i Paesi europei, il rischio è che tra qualche mese dovremo controllare noi gli accessi?». E ancora: «C’è la conta quotidiana dei morti, si parla della vita delle persone. È chiaro che si ha meno tempo e voglia di discutere di questioni politiche, se c’è di mezzo la vita della gente».

Alle parole di Salvini ha replicato Francesco Boccia, il ministro per gli Affari Regionali, intervistato a Circo Massimo su Radio Capital: «Io sono giorni che auspico unità nazionale, ieri è arrivata con il voto, arriva un giorno e il giorno dopo riparte la critica. Come abbiamo già spiegato le Regioni hanno condiviso tutte con noi all’unanimità il provvedimento, bisogna evitare di far saltare il paese bloccando la filiera alimentare e sanitaria. Fosse stato per Salvini il 27 si doveva tenere il paese aperto, riguardate i video, la richiesta con le imprese produttive aperte arriva dalla Lombardia e abbiamo mediato su alcuni dettagli. Il paese si muove a meno del 10%, aspettiamo i risultati, ci saranno dei ritocchi minimi ma ormai il paese è fermo».

Ma, a proposito del cambiamento d’idea, Salvini ha detto: «Io dicevo di aprire tutto, sì. Ma quando i medici mi portano 30% aumento numero dei contagi e mi dicono se non limitiamo i contagi è una catastrofe, allora fermiamo tutto e sono stati gli stessi imprenditori a chiederlo. Tanti stanno chiudendo spontaneamente. E comunque se dovessimo chiedere a Conte di quante volte ha cambiato idea in questi giorni ci staremmo tre mesi…».