Ian Haydon è il nome di un cittadino statunitense che ha aiutato a testare il vaccino di Moderna contro il coronavirus lo scorso anno.

Oggi sta aiutando a testare la versione ottimizzata dello stesso vaccino, progettato per combattere una nuova variante più contagiosa. Sabato scorso, 3 aprile, su Twitter, Ian Haydon, esperto in comunicazione presso l’Università di Washington, ha affermato: «Un anno fa ho provato il vaccino Moderna per capire se fosse sicuro. (Spoiler: lo è!) Ora, nel mio anniversario del #COVIDvaccine, sono felice di condividere che ho appena ricevuto una terza dose. Questo esperimento di richiamo rivelerà (1) se i vaccini adattati al ceppo aumentano l’immunità e (2) se sono sicuri».

Haydon alla CNN, in un’intervista telefonica, ha detto: «Non è chiaro se questa nuova versione modificata sarà necessaria ma è in fase di sviluppo in modo da averlo in caso di necessità». I medici, infatti, temono che il coronavirus possa richiedere un vaccino ogni anno sia perché i ceppi circolanti mutano velocemente sia perché l’immunità procurata dai vaccini svanisce altrettanto rapidamente.

Sebbene le prove iniziali suggeriscano che l’immunità derivante dalla vaccinazione contro il coronavirus fornisce una protezione di lunga durata, i produttori dei vaccini hanno cominciato a produrre e testare versioni dei loro farmaci che proteggono dalle varianti più preoccupanti, come la B.1351, osservata per la prima volta in Sud Africa, che pare eludere la risposta immunitaria umana.

L’ultimo rapporto di Pfizer, a tal proposito, mostra che chi ha ricevuto in Sud Africa il vaccino dopo che B.1.351 è diventato il coronavirus dominante, era ancora molto protetto dall’infezione. Ciò conferma quanto scoperto da alcuni esperimenti in laboratorio secondo cui il vaccino determina una risposta immunitaria ampia che fa da ‘cuscinetto0 contro gli effetti delle mutazioni.

Nonostante ciò, però, i produttori dei vaccini non vogliono correre rischi. Da qui, ad esempio, la scelta di Moderna di testare una terza dose di vaccino per proteggere specificatamente contro la variante sudafricana, somministrandola a un nuovo gruppo di volontari, di cui fa parte il già citato Ian Haydon.

Quest’ultimo, sempre alla CNN, ha palesato il suo ottimismo: «Non sarei sorpreso se tra un anno venissimo a sapere che questi vaccini stiano ancora producendo una forte risposta immunitaria. Non sarei sorpreso se questo fosse un vaccino che riceviamo soltanto una volta.

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