Il virus Mpox è stato individuato per la prima volta nel 1958 in alcune scimmie in Danimarca, ma ha colpito regolarmente solo l’Africa centrale e occidentale fino al 2022, quando si è trasformato in una pandemia globale. Quest’anno, una nuova variante del vaiolo delle scimmie – termine ormai in disuso – è stata rilevata in diversi paesi africani, con un aumento esponenziale dei contagi soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Congo e nella Repubblica Centrafricana.
Allarme sanitario in Africa: una crisi continentale
Il 13 agosto, il Centres for Disease Control and Prevention dell’Africa ha innalzato al massimo livello di allerta l’epidemia di Mpox, dichiarandola una vera e propria “emergenza sanitaria pubblica continentale”. Il giorno successivo, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un avvertimento simile, classificando la situazione come un’“emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”. L’OMS ha inoltre sottolineato il rischio che il virus possa espandersi oltre i confini africani.
Una nuova variante emerge: il Clade IB
Il virus Mpox presenta due principali tipologie, conosciute come cladi: il Clade I, diffuso nel bacino del Congo, e il Clade II, che ha causato l’epidemia in Francia nel 2022.
L’attuale epidemia è guidata da una variante del Clade I, chiamata Clade IB, che si distingue per essere più letale e contagiosa. Questa variante è stata identificata per la prima volta nel settembre 2023 tra le lavoratrici del sesso nella provincia congolese del Sud-Kivu, e da lì si è rapidamente diffusa in altri paesi africani. Dall’inizio del 2024, sono stati segnalati 18.737 casi sospetti e 500 decessi.
L’efficacia dei vaccini contro il Mpox
Tre vaccini – il MVA-BN, il LC16 e l’OrthopoxVac – sono stati approvati per la prevenzione del vaiolo delle scimmie, fornendo protezione sia dall’infezione che dalle forme più gravi della malattia.
Nel 2022, la vaccinazione delle persone a rischio ha permesso di controllare rapidamente l’epidemia in Europa. Il professor Bruno Megarbane, capo del reparto di rianimazione dell’ospedale Lariboisière di Parigi, ha dichiarato: “Abbiamo già affrontato un’epidemia con un virus simile al Mpox. Conosciamo la popolazione più a rischio e abbiamo un vaccino efficace a disposizione”.
Attualmente, la vaccinazione in Europa è limitata alle persone a rischio, ovvero coloro che hanno avuto contatti stretti con individui infetti o che appartengono a gruppi ad alto rischio di esposizione.
Modalità di trasmissione: non solo attraverso rapporti sessuali
Sebbene nel 2022 il virus si sia diffuso principalmente tramite i contatti sessuali, esistono anche altre modalità di trasmissione.
L’Institut Pasteur e l’OMS ricordano che il virus Mpox può essere trasmesso:
- tramite contatto diretto con animali selvatici infetti, specialmente roditori come scoiattoli di foresta o ratti di Gambia in Africa;
- attraverso il contatto con lesioni cutanee o fluidi corporei;
- indirettamente, tramite materiali contaminati come biancheria, superfici e abbigliamento;
- tramite goccioline respiratorie di una persona infetta;
- durante la gravidanza, il parto o attraverso il contatto pelle a pelle con un genitore infetto.
Pertanto, non è necessario avere un rapporto sessuale per essere contagiati. L’OMS sottolinea che il contagio può avvenire anche semplicemente “durante una conversazione o se qualcuno respira vicino”, così come attraverso contatti più intimi, “durante rapporti vaginali o anali”, “baci” e “rapporti sessuali orali”.
La nuova variante colpisce più duramente: attenzione ai sintomi
Durante l’epidemia del 2022, le persone maggiormente colpite erano uomini che avevano rapporti sessuali con altri uomini. Tuttavia, l’OMS avverte che il nuovo variant può colpire chiunque.
“Il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie non è limitato alle persone sessualmente attive o gay, né agli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Chiunque abbia contatti stretti con una persona sintomatica è a rischio, e chi ha più partner sessuali è particolarmente vulnerabile”.
In Africa, i bambini sono particolarmente esposti. Secondo l’OMS, nel 2024, i bambini sotto i cinque anni rappresentano quasi il 40% dei casi di Mpox nella Repubblica Democratica del Congo.
Sintomi più gravi con la nuova variante del Clade IB
Dopo un’incubazione di 5-21 giorni, i primi sintomi del Mpox includono: eruzione di vescicole, prurito, febbre, mal di testa, dolori muscolari, stanchezza, linfonodi ingrossati e dolorosi, mal di gola, come riportato dall’ARS Île-de-France. La guarigione avviene tra 2 e 4 settimane, con la formazione di croste che successivamente scompaiono. Alcuni casi possono essere letali, con un tasso di mortalità stimato al 3,6%, secondo l’AFP.
Diversamente dalle varianti precedenti, il Clade IB è “responsabile di una malattia più grave”, ha dichiarato l’8 agosto il direttore generale dell’OMS, il Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus.
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