Alberto Zangrillo, direttore della Anestesia-rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, intervistato dal Corriere della Sera, ha affermato: “Da sei mesi non indosso la mascherina, neppure in ospedale. Qualcuno mi guarda male, non mi importa. Nel complesso oggi la mascherina è inutile come tante cose probabilmente inutili. Ad esempio l’eccesso di tamponi fatti in questi anni di delirio”.
Quanto all’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione delle fasi iniziali della pandemia, Zangrillo ha detto: “si poteva fare meglio. Se non è stato fatto però nessuno ha colpe”.
“Sono stato tra i primi a prendere iniziative”
Zangrillo ha pure detto: “Farei esattamente tutto da capo. Quando affermai nel maggio del 2021 che la malattia era clinicamente inesistente dicevo il vero. In quella fase lo era. Di solito i medici si riferiscono a ciò che osservano sul campo. Io sul campo osservavo che la malattia non era grave come nei mesi precedenti. Quando c’erano motivi di allarme sono stato però fra i primi a prendere iniziative. Mi ero recato a Lodi a fine febbraio del 2020 a prendere quattro pazienti per portarli a Milano. Pochi giorni dopo è partita l’emergenza”.
“Ho passato mesi a rincuorare e informare”
Zangrillo ha proseguito: “Ho passato mesi a rincuorare e informare. Abbiamo peccato dal punto di vista etico e morale. È venuto meno il prendersi carico del paziente che dovrebbe restare al centro della nostra professione, in qualsiasi circostanza. Sono mancati i servizi sul territorio, vicini alle persone. Non voglio parlare male dei medici di famiglia, alcuni dei quali hanno lavorato benissimo. Però non trovando ascolto i cittadini hanno avuto come unico punto di riferimento i Pronto soccorso. Il rapporto medico-paziente è saltato. Ci siamo dimenticati di curare le paure e i timori delle famiglie che hanno visto la nostra figura diventare impotente. Poi l’informazione spettacolarizzata ha fatto il resto”.
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