Donne in piazza a Palermo per l’8 marzo con lo slogan “Lotto ovunque”. Tante le donne e le militanti Non Una di Meno in piazza, a Palermo, per uno sciopero globale nella Giornata internazionale delle donne.
“Non solo una ricorrenza ma un’occasione per ribellarci contro un sistema che ci vuole marginalizzate e vittime”, dice Roberta Ferruggia di Non una di meno Palermo.

La questione della violenza di genere

All sciopero hanno aderito anche Usb, Ciss, Handala e altre associazioni. Tra le questioni ancora irrisolte affrontate dalle militanti oggi in piazza a Palermo quello della violenza. “Una violenza – dice Ferruggia a BlogSicilia – che deriva da un fenomeno sistemico sociale e culturale”.

Lo sciopero globale transfemminista

Le militanti di Non Una di Meno, insieme a una serie di realtà cittadine, sono tornate in piazza in occasione dello sciopero globale transfemminista. Lo slogan Lotto ovunque perché “la violenza è riconosciuta ovunque, dai luoghi di lavoro, nelle case, nelle scuole e nelle università”. Presente anche la comunità lgbtqia+ e le donne che “stanno combattendo anche fisicamente l’oppressione”.

Il pensiero all’Ucraina

A piazza Verdi anche il pensiero all’Ucraina ma “anche tutti ai territori in cui la guerra esiste da anni”. “Ho un familiare in Ucraina – racconta Graziella Lombardo presente alla manifestazione palermitana – è un militare. Ucraina e Russia devono stare in pace. Dobbiamo aiutare l’Ucraina come possiamo, la libertà è essenziale”.

Il tema del clima che influenza le donne

Tra le associazioni presenti alla mobilitazione anche Friday for Future Palermo. “Tutte le crisi sono interconnesse tra loro – spiega Adele Furnari – e hanno soluzioni comuni. La crisi climatica intaccherà anche le donne e in maniera più grave rispetto ai più ricchi”. “Lo sciopero dell’8 marzo – spiegano le attiviste  – è un momento di sabotaggio di un sistema che vuole metterci e lasciarci ai margini, che ci sottrae giorno dopo giorno legittimità, diritti e servizi fondamentali. A questa tendenza noi rispondiamo con un messaggio chiaro: “Lotto ovunque”, perché ovunque troviamo forme di sfruttamento e persecuzione”.

I temi irrisolti

Nella vita quotidiana significa “lavoratrici strette in part time obbligatori, licenziamenti mascherati da trasferimenti a chilometri di distanza da casa, salari da fame e con­tratti per nulla tutelanti. Per non parlare, poi, dello smart working che ha creato una fusione tra lavoro subordinato e lavoro riproduttivo e di cura”. Rivendicazioni che trovano conferma in statistiche che raccontano come a pagare il costo della pandemia siano state le donne, rispetto al 2019 meno occupate e in condizioni peggiori.