La Regione potrebbe tornare di nuovo ad assumere nuovo personale anche se sembra ormai tramontato il sogno del cosiddetto posto fisso. “Il posto fisso è sacro”, diceva Lino Banfi che interpretava un politico nel celebre fil di Checco Zalone, “Quo vado”, ma forse era sacro. Oggi non lo sembrerebbe più visto che il posto fisso alla Regione Siciliana non sembrerebbe più far gola. Un dato parla chiaro: sono 376 su 537 le scrivanie non assegnate fra quelle messe in selezione nel 2021 per i centri per l’impiego.
In arrivo nuove assunzioni alla regione
Ma andiamo con ordine. La Regione apre nuovi spiragli per nuove assunzioni. È il risultato portato a casa dal governatore Schifani dopo un vertice con il ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, ieri a Roma. Un incontro nel quale, spiega una nota di Palazzo d’Orléans, è stato avviato “il confronto fra il governo nazionale e la Regione Siciliana sulla rivisitazione dell’accordo per il rientro dal disavanzo regionale”. Schifani era con l’assessore all’economia, Marco Falcone e il capo di gabinetto di Palazzo d’Orleans, Salvatore Sammartano, e il ragioniere generale della Regione, Ignazio Tozzo. “Abbiamo riscontrato – dice Schifani – la disponibilità del ministro Giorgetti a ridiscutere i termini dell’accordo tra Stato e Regione, alla luce del mutato quadro economico-sociale del Paese e della nostra Isola, evidenziando la necessità di rivedere alcuni vincoli per sostenere e rendere più funzionale lo sforzo di risanamento che la Sicilia sta compiendo”.
L’accordo tra Schifani e Giorgetto
L’accordo raggiunto prevede nuove assunzioni in seno all’amministrazione regionale che sono ancora bloccate per rispettare quanto previsto dal piano di rientro. Non si sa ancora quanti lavoratori potranno essere chiamati alle dipendenze della Regione la cui pianta organica prevede 11.884 dipendenti ma attualmente quelli in servizio sono meno di 10.300, il 67% dei quali si trova nella fascia compresa tra i 50 e i 60 anni, il 24% supera i 60 anni.
Nessuno vuole il posto fisso
C’è da superare però anche un altro ostacolo: la Regione non fa più gola. Lo certifica un dato inimmaginabile, almeno fino a qualche anno fa: ben 376 delle 537 scrivanie messe a concorso a fine 2021 sono rimaste non assegnate. Rifiutate perfino da chi aveva partecipato alle selezioni e poi ha preferito non essere assunto. Posti che ora la Regione rischia di perdere, in tutto o in parte, in modo definitivo. Per due giorni l’assessorato regionale alla Funzione Pubblica, guidato da Andrea Messina, ha aperto le porte ai vincitori del concorso per laureati nei centri per l’impiego. E una procedura abbastanza scontata ha dato il via a una serie di sorprese. Comprensibili solo tenendo conto di una premessa: dei 537 posti a messi a concorso nel dicembre 2021, ben 273 erano rimasti non assegnati fino dall’inizio per carenza di vincitori. Anche perché delle decine di migliaia di concorrenti iscritti molti non si presentarono neanche alle prime prove.
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