• Assistente capo della polizia penitenziaria è stato colpito al volto all’Ucciardone
  • il segretario provinciale del Cnpp lamenta organici ridotti
  • “Meno proclami e più fatti”

Un assistente capo della polizia penitenziaria dell’Ucciardone di 50 anni è stato colpito al volto da un detenuto nella nona sezione del carcere palermitano. L’agente colpito alla bocca da un giovane detenuto palermitano per futili motivi è stato portato al pronto soccorso per essere medicato dai medici. Lo denuncia Maurizio Mezzatesta segretario provinciale del Cnpp.

“L’ennesima aggressione – aggiunge Mezzatesta – per segnalare il continuo depauperamento della sicurezza negli istituti siciliani, basti pensare alle rivolte del marzo 2020 che la polizia penitenziaria; rivolte che sono state fronteggiate e risolte solo grazie al qualificato intervento dei poliziotti penitenziari, le cui gesta, a distanza di un anno sono state ignorate dai vertici dell’amministrazione penitenziaria”.

Organici ridotti

Gli organici secondi i sindacati sono ridotti. “Il rischio che dopo un anno difficilissimo non si possano programmare le ferie – aggiunge Mezzatesta – Nei turni pomeridiani e notturni è di 1 poliziotto penitenziario per quattro piani detentivi, 100 detenuti circa, altrove anche 200 detenuti come a Trapani. Migliaia di turni di servizio sono passati a contatto con detenuti psichiatrici 31.107 turni a Palermo Pagliarelli, 25.913 all’Ucciardone, 16.953 a Trapani. Questo significa che i detenuti con problemi psichiatrici sono una percentuale altissima, 2104 su 6590 detenuti in Sicilia – anno 2020 – pari al 32% senza che vi siano delle proposte concrete per far fronte a quella che è una vera emergenza carceraria. Inoltre, ormai l’orario di lavoro di 6 ore, sancito dal contratto di lavoro, è solo un’utopia, in quanto grazie alla carenza abissale di personale, i turni di servizio ormai vengono programmati in molti Istituti già ad otto ore; e nonostante questo in Istituti come Palermo Ucciardone e Favignana, il personale ha espletato nel corso del 2020 rispettivamente 1590 e 935 ore per esigenze di servizio e per carenza di personale, rispetto appunto ai turni programmati”.

La nota continua: “Sono dati di cui l’amministrazione penitenziaria non può andare fiera. Ci sembra di essere tornati indietro di 120 anni quando i nostri antenati agenti di custodia lavoravano “normalmente” 14 ore al giorno”.

“Vogliamo meno proclami e più fatti”

Si legge inoltre: “Laddove i piani ferie estivi venissero compromessi da questa irrecuperabile carenza di organico e l’amministrazione non desse segnali di vicinanza al personale, ovvero se il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria non invierà personale giovane nel mese di luglio approfittando della fine del Corso per i neo Agenti di P.P. siamo pronti a scendere in piazza, perché ormai stiliamo bollettini di guerra giornalieri: Augusta, Enna, Trapani, Siracusa, Caltagirone, Agrigento, Sciacca, Favignana, Catania Bicocca, Piazza Lanza e Palermo, aggressioni ai danni del personale per futili motivi, soppressione dei diritti contrattuali per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria Siciliana”.

Continua Mezzatesta: “Insieme a tutto il Direttivo Regionale Siciliano, abbiamo deciso di iniziare una serie di visite sui luoghi di lavoro in tutti gli istituti della regione, il cui esito sarà portato a conoscenza degli organi di stampa e dei superiori Uffici Dipartimentali, in modo che nessuno possa dire che disconoscevano tali situazioni. Per noi il carcere deve essere una campana di vetro, solo così l’opinione pubblica potrà comprendere ed apprezzare la professionalità e la dedizione degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.

“Si paventa altra estate calda nelle carceri siciliane”

“Aggiungerei che si paventa un ulteriore estate calda nelle carceri siciliani, ove la carenza di personale riversa su pochi lo svolgimento del servizio con l’aggravio per dirne una – sostiene il segretario provinciale CNPP – di dover prestare servizio con abbigliamento invernale, addirittura da molti anni taluni attendono la nuova tuta di servizio onmistagione, tanto è che in molti sono costretti ad acquistare di propria tasca scarpe ed altro”.

E conclude: “Il CNPP, ha copiosamente richiesto, un rimodernamento della struttura, in special modo per quanto riguarda in la dotazione nei posti di servizio di condizionatori d’aria, che stentano ad essere applicati rendendo il servizio del personale, in alcuni posti di servizio, insopportabile, come in una struttura come quella del vecchio carcere borbonico, non vi sono in parte dei posti di servizio condizionatori d’aria, tanto è che in estate è insopportabile 8 ore al giorno e più, sopportare tale calura”.

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