“La soppressione delle sede palermitana dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata sarebbe un’assurdità. La gestione di questi beni diverrebbe più complessa, ci sarebbero più difficoltà su tutti i fronti anche su quello dei lavoratori coinvolti”.

Lo dicono Mimma Argurio, della segreteria della Cgil Sicilia e Mario Ridulfo, della segreteria della Camera del lavoro di Palermo anticipando che “la Cgil metterà in campo iniziative a tappeto, a partire dal pressing sul Ministero dell’Interno, per evitare che si perpetri questo scippo”.

“Chiederemo un incontro al Ministero – dicono i due esponenti della Cgil- anche per avere chiarimenti sul ruolo e le funzioni che la riforma assegna all’Agenzia, in relazione anche a tutto ciò che riguarda i lavoratori”.

Argurio e Ridulfo chiedono “dove fossero i parlamentari siciliani mentre la Commissione giustizia del Senato approvava l’emendamento alla riforma del Codice antimafia che prevede solo due sedi dell’Agenzia sul piano nazionale (Roma e Reggio Calabria). Una gran parte di sequestri e confische viene gestita dalla sede di Palermo- sottolineano- perché è in Sicilia che avvengono quasi la metà di essi. La Cgil ha sostenuto in questi anni la battaglia per il riutilizzo produttivo dei beni sottratti alla mafia e per la riemersione del lavoro nella legalità: oggi per una gestione ottimale ci sono ancora passi avanti da fare- sottolineano Argurio e Ridulfo- ma la cancellazione della sede palermitana dell’Agenzia costituirebbe un indubbio passo indietro”.“Aspetteremo di leggere i testi definitivi – conclude la nota della Cgil- ma da subito diciamo che è inaccettabile una riforma che produce addirittura un arretramento del ruolo e delle funzioni della Agenzia. In questo modo il Senato si assume una grave responsabilità”.