“In tutta Italia esiste il problema della carenza dei medici“. Con il Cimo, l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza a vertice per una proposta da presentare alla Conferenza Stato-Regioni anche a livello nazionale. “Se in Italia mancano il 50% dei medici di pronto soccorso non si può stare fermi ad aspettare che arrivino, serve incentivare economicamente i medici”.
La proposta di Razza
La confederazione Cimo-Fesmed ha organizzato un incontro nella sede dell’Ordine dei medici, invitando anche l’il componente della giunta Musumeci, dopo i casi di aggressione avvenuti nelle ultime settimane a Palermo. “Serve di più – secondo Razza sulla grave carenza di personale nei nosocomi siciliani -. Abbiamo medici con l’attestazione di emergenza sanitaria territoriale e non si capisce perché questi professionisti, cessata l’emergenza, oggi non possono lavorare nei reparti e in corsia. La proposta alla conferenza Stato-Regioni è un intervento di emergenza a livello legislativo per assumere questo personale anche nei Pronto Soccorso”.
Il problema della sicurezza
“Un caso indegno e imprevedibile”. Queste le parole dell’assessore Razza sull’ultima aggressione cui vittima è il gastroenterologo del Policlinico Salvatore Petta, 45 anni, picchiato selvaggiamente domenica sera dal marito e dal figlio di una ricoverata. La sua “colpa” è stata quella di aver invitato la figlia della paziente ad allontanarsi dal reparto dopo la fine dell’orario di visita. È scattata la spedizione punitiva dei familiari che attendevano fuori dalle porte. “Se si realizza un’aggressione così indecorosa, non c’è vigilanza che tenga, serve solo la repressione. Ora infatti mi aspetto il massimo della repressione possibile”, dice Razza.
Aggressioni costo per la società
Sul problema della sicurezza negli ospedali è intervenuto anche il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato. “Quando una persona subisce un’aggressione e si mette a riposo, è un costo che paga la società. Ancora di più quando viene distrutto un reparto o una guardia medica. È giusto che tutti facciano un esame di coscienza e il problema si affronti anche sotto l’aspetto antropologico”.
Le soluzioni offerte dai medici
Cosa fare dunque per eliminare il fenomeno? “La soluzione – risponde Amato – per gli ospedali potrebbe essere creare percorsi particolari e strutture come quelli monoblocco. I nostri ospedali forse oggi non sono più il massimo davanti a questo tipo di emergenza. Serve inoltre evitare che le persone sostino a lungo in posti ristretti e poi serve aumentare il personale sanitario, che è insufficiente. I colleghi lavorano in condizioni di stress continuo nei pronto soccorso e nelle guardie mediche. Serve una struttura che possa ben convogliare il traffico con percorsi che possano evitare il sovraffollamento”.
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