“Ogni giorno negli ospedali siciliani si registra un episodio di violenza ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari. Non si può continuare a guardare, a rischio c’è la salute di tutti, di chi è in prima linea nei nosocomi dell’isola e di chi non può usufruire di un’adeguata assistenza per la bestialità di altri”. Lo afferma il Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo, Antonino Amato che lancia un appello al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
“Escalation che va fermata, nasca task force”
“Questa preoccupante escalation va subito fermata, non possiamo attendere i tempi della politica e della burocrazia – dice Amato – è necessario agire adesso, facendo partire una task force di cui facciano parte gli Ordini dei Medici, degli Infermieri, delle Professioni Sanitarie, le Prefetture dell’isola e la Regione Siciliana”.
Adesso piani di prevenzione e rafforzamento delle misure di sicurezza
Conclude Amato: “Vanno pianificati e attuati immediatamente piani di prevenzione e di contenimento di questo fenomeno con corsi di formazione per il personale da un lato e con il rafforzamento delle misure di sicurezza dall’altro. Occorre fare squadra”.
Aggressione a Villa Sofia
Nuova aggressione in un ospedale palermitano. Questa volta a Villa Sofia dove due giorni fa un uomo pretendeva di entrare in reparto per far visita a un parente con una gamba rotta in seguito a un incidente stradale. A farne le spese sono stati i sanitari, vittime della furia dell’uomo, e un vigilantes che ha rimediato alcune lesioni in seguito all’aggressione.
Momenti di caos al Pronto soccorso
Sono stati momenti di paura all’interno del reparto di emergenza dell’ospedale Villa Sofia di Palermo dove un 20enne palermitano ha seminato il caos pur di entrare per far visita al cugino che si trovava in ospedale dopo un incidente con lo scooter. Ci hanno dovuto pensare i carabinieri a far ritornare il giovane esagitato alla calma. Alla fine è stato arrestato. Contro di lui, inoltre, ha sporto denuncia il vigilantes della Mondialpol che, per evitare l’accesso non consentito, ha rimediato un trauma a un polso ed escoriazioni al volto.
L’intervento dei carabinieri
Il 20enne, assieme alla fidanzata, avrebbe approfittato di un momento di distrazione per entrare all’interno del reparto assieme a una donna, madre del ferito. Le regole dell’ospedale però non permettono l’accesso ai parenti della persona che deve essere curata, così i presenti sono stati invitati a uscire anche con l’ausilio di alcuni carabinieri. Il giovane sarebbe uscito ma poco dopo sarebbe tornato alla carica urlando e minacciando la guardia giurata. “Devo entrare, me ne frego – viene ricostruito nella denuncia presentata dalla guardia giurata – e devo entrare altrimenti rompo tutte cose”.
Il vigilantes ferito, scatta la denuncia
Poi un nuovo intervento dei militari che hanno arrestato Pasquale C., messo ai domiciliari in attesa della direttissima. Ad avere la peggio è stato il dipendente della Mondialpol che si è fatto refertare ed è stato subito dimesso con una prognosi 10 giorni per il trauma al polso e i graffi sul volto.
Una donna condannata per aver schiaffeggiato una infermiera
“Una sentenza esemplare arrivata dopo la denuncia dell’infermiera che potrebbe arginare la spirale di violenza contro i sanitari ed essere una linfa per chi non denuncia”. E’ il commento di Toti Amato, presidente dell’Omceo di Palermo, l’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, che guarda con soddisfazione alla condanna inflitta in Corte di cassazione a otto mesi di reclusione, pena sospesa, per una donna che aveva schiaffeggiato un’infermiera.
I motivi dell’aggressione
L’aggressione si consumò perché l’infermiera invitò la donna, insieme ad altri familiari, ad uscire dalla stanza del familiare che era ricoverato perché al di fuori dall’orario di visita. Una discussione finita in uno scontro verbale e fisico.
Fermezza delle motivazioni
L’Inail ha segnalato 2.500 denunce all’anno di infortuni sul lavoro per atti di violenza ma a denunciare, secondo l’Anaoo, sindacato di medici dirigenti, sono circa il 78% degli aggrediti. “La fermezza delle motivazioni – ha proseguito il presidente Amato – oggi costituiscono il presupposto del riconoscimento del valore della professione di tutti i sanitari, che possono garantire salute solo nel rispetto dell’esercizio delle loro funzioni e dei ruoli, con ‘tolleranza zero’ per qualsiasi atto violento”.
Il principio sancito dalla suprema corte
La corte suprema, infatti, ha condannato la donna, oltre che per lesioni personali, anche per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Nella sentenza viene rimarcato che “affinché venga integrata la fattispecie di resistenza a pubblico ufficiale, non è necessario che sia concretamente impedita la libertà di azione del pubblico ufficiale. E perciò punibile con la reclusione da sei mesi a cinque anni”. “Una risposta netta – aggiunge il presidente dell’ordine dei medici palermitano – alle disposizioni della legge 113 del 2020. Perché nessun paese, ospedale o clinica può proteggere i propri pazienti a meno che non mantenga i propri operatori sanitari al sicuro”. Passaggio quest’ultimo che viene richiamato quale “principio inderogabile” dell’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità.
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