Morire di lavoro, una cosa del tutto inaccettabile. Un allarme che cresce in Sicilia dove, dall’inizio dell’anno, sono già decine le vittime. Fra Palermo e Trapani 5 morti in quattro mesi. Numeri che fanno paura e che la dicono lunga sulla situazione lavorative nell’isola.
Per questo il Primo maggio 2025 sarà dedicato alla sicurezza sul lavoro e una delle tre piazze nazionali sarà a Casteldaccia in provincia di Palermo, luogo simbolo della strage dello scorso anno costata la vita a 5 lavoratori.
Parliamo di questo con Federica Badami appena riconfermata segretario generale Cisl Palermo Trapani ospite di Talk Sicilia

Federica Badami, segretario generale Cisl Palermo Trapani ospite a Talk Sicilia
“Noi siamo stanche, siamo tutti stanchi di leggere ogni giorno che ancora una persona esce da casa per andare a lavorare e non vi farà più ritorno. Siamo stanchi di dover fare le condoglianze alle famiglie. Bisogna dire basta, bisogna ricordare che dietro ogni vittima c’è una famiglia: ci sono madri, ci sono padri, ci sono figli, ci sono mogli o mariti che piangono”.
Cosa fare in concreto contro le morti bianche
“Noi abbiamo tante proposte. Lo abbiamo detto al Congresso che si è appena celebrato e pensiamo che sia necessario e fondamentale aumentare il numero di ispettori, perché in tutta Sicilia ce ne sono solo 64. Pensiamo, poi, sia fondamentale incrementare la formazione non soltanto per i lavoratori ma anche per i datori di lavoro perché spesso accade che a causa anche dei subappalti la formazione sulla sicurezza è quella che resta indietro perché viene vista come un costo e non come un investimento”.
“Sulla scelta della Sicilia per il Primo Maggio nazionale abbiamo sentimenti duplici. Da un lato siamo onorati per il fatto che la Sicilia, nello specifico Casteldaccia, sia stata scelta come teatro per la celebrazione ma dall’altro lato è doloroso che il motivo di questa scelta sia stato il lutto, la terribile giornata vissuta con quella strage”
Un anno cominciato male
“Il 2025 si è aperto in maniera tragica e negli ultimi venti giorni abbiamo registrato quattro perdite di lavoratori (cinque subito dopo la registrazione di questa intervista ndr), non possiamo più continuare così”.
“Abbiamo chiesto più volte di analizzare le cause di tutti gli incidenti, non solo quelli mortali. Questo consentirebbe ai lavoratori di capire quali rischi reali stanno affrontando nel fare quel tipo di lavoro. Non può essere soltanto un problema di repressione, bisogna comprendere la cause, spiegarle ai lavoratori, formarli, fare comprendere loro tutti i rischi. E ciò si può fare solo analizzando ogni incidente, anche quelli che non vengono denunciati all’Inail”
Più sviluppo per più lavoro e anche più sicuro
“Occorrono nel nostro territorio diversi tipi di sviluppo, non soltanto uno sviluppo industriale, ma anche uno sviluppo che sia culturale. I dati ci dicono che l’occupazione è cresciuta, ma nella realtà dei fatti, se noi analizziamo le percentuali rispetto alla media italiana, a Palermo abbiamo una media che si aggira intorno al 18% di persone disoccupate. Parallelamente c’è una ampia precarietà del lavoro. Insomma c’è lavoro povero che possiamo dividere in part time involontario e lavoro precario. Questo viene determinato dal fatto che mancano le aziende, mancano le imprese. Bisogna puntare su una politica lungimirante che usi le risorse che ci sono non solo per creare lavoro ma per dar vita ad occupazione di qualità che sia foriera di sviluppo e viceversa”
Come si fa?
“Occorre, intanto, che le istituzioni lavorino insieme. Serve una viluppo industriale green, ad esempio nel settore dei pannelli fotovoltaici, poi bisogna puntare sempre di più sul lavoro nomade ovvero su chi lavora da remoto e sceglie di vivere in questa terra. Poi bisogna rivedere il concetto stesso di Zes: per noi l’area di Carini è fondamentale perché rilanciarla significa ridare vita ad un’area industriale che è andata persa. Purtroppo, però, non c’è una politica lungimirante che abbia uno sguardo d’insieme. Si lavora sempre a “mettere pezze”, a tamponare le emergenze”.
Il decentramento come strumento di crescita
“Noi pensiamo che il decentramento amministrativo possa aiutare anche in questo Mi spiego. Noi abbiamo chiesto più volte all’amministrazione comunale la possibilità di dare più potere alle circoscrizioni, perché ascoltando la vera voce dei cittadini, le vere esigenze che nascono in quel territorio, in quella circoscrizione si possono creare dei servizi efficienti ed efficaci. In un territorio vasto come quello di Palermo l’esigenza di una circoscrizione non è uguale a quella di un’altra circoscrizione. Un vero decentramento si applica anche a livello operativo, dando la possibilità a questi consigli di circoscrizione di rendere efficaci le proposte che vengono dai cittadini stessi. Adeguare i servizi alle esigenze di ogni territorio favorisce l’insediamento dei “lavoratori nomadi” oppure degli studenti universitari e ingenera sviluppo del territorio”
La fame di case
Parlando di Palermo. Uno dei cavalli di battaglia di BlogSicilia è la fame di case che si registra in città
“E’ assolutamente vero. Abbiamo una carenza di immobili che comporta insufficienti politiche abitative. Ma non soltanto. C’è anche una necessità forte di rinnovare gli immobili che sono a disposizione del Comune per far sì che possano essere adibiti ad abitazione. Noi abbiamo anche chiesto che vengono usati a scopo abitativo gli immobili confiscati che possono essere adibiti ad abitazione di persone che sono meno abbienti. Certo c’è da mettere in atto anche una politica culturale che permetta di uscire dalla mentalità che spesso fa sì che queste case non possano essere utilizzate per una resistenza, diciamo così, territoriale”.
Politiche giovanili e welfare aziendali, la video intervista integrale
Con Federica badami abbiamo parlato anche di politiche giovanili per il contrasto ad una violenza dilagante e per la crescita dei nostri ragazzi ma anche di rinnovi contrattuali che possono non essere di tipo economico. Il ricorso al welfare aziendale è un tema attuale che permette di fornire al lavoratore benefit importanti anche la dove non è possibile procedere ad aumenti tabellari. Tutti temi tratti nella video intervista integrale
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