Nonostante l’apertura delle urne sia oramai ad un passo (10 e 11 ottobre) e la presentazione delle liste (tra il 10 e il 15 settembre) ancor più vicina, nel palermitano e nel trapanese non si è ancora del tutto cristallizzata la situazione degli assetti politici nei territori che si apprestano ad andare al voto per il rinnovo di sindaco, giunta e consiglio comunale. Ancora i tavoli politici sono pienamente in corso specie nei Comuni di media grandezza dove la quadratura del cerchio appare difficoltosa.

La situazione nel palermitano

In provincia di Palermo si va al voto ad Alia, Montelepre, San Cipirello e Terrasini e in tutti i casi non si raggiunge il numero di abitanti che fa scattare il proporzionale, dunque unico turno e sistema maggioritario. Il più grande di questi quattro paesi è Terrasini, poco meno di 15 mila abitanti, dove l’unica certezza è la ricandidatura dell’uscente Giosuè Maniaci, esponente del Partito Democratico. Per strada nel corso di questa legislatura ha perso qualche pezzo, tanto che non ha più una  certa maggioranza dietro gli scranni anche se puntualmente in aula i numeri spesso sono riusciti a quadrare. Nelle scorse settimane avevano lanciato la sua disponibilità” il consigliere uscente Giuseppe Caponetti. In pratica ha lanciato un progetto di liste civiche per aggregare tutti coloro che non si ritrovano nelle posizioni dell’attuale governo cittadino uscente. Totale incertezza invece su San Cipirello, cittadina che esce da uno scioglimento per infiltrazioni mafiose. Si parla di un progetto che vorrebbero mettere in piedi esponenti politici che facevano parte della passata amministrazione sciolta. Ma ancora nessun nome o passo decisivo. Ed è sostanzialmente la stessa condizione che si registra ad Alia, dove invece c’è in atto un commissariamento in seguito alla sfiducia al sindaco Felice Guglielmo, uscito di scena tra feroci polemiche. Forse proprio questo clima ha finito per creare una situazione che non sta facendo fare a nessuna forza politica il primo passo. Tutti attendisti ad osservare chi farà la prima mossa. Intanto regna l’incertezza e continuano gli incontri politici nel tentativo magari di riannodare qualche alleanza dell’ultima ora. Al contrario a Montelepre è tutto già ampiamente cristallizzato da qualche settimana. Sono ben 5 i candidati a sindaco: oltre all’uscente Maria Rita Crisci, di estrazione Pd, ci sono Giuseppe Terranova che ha incassato anche il favore degli attivisti del Movimento 5 Stelle,  Nino Plano, di estrazione centrodestra, Beniamino Gaglio e Pippo Cucchiara, sostenuti trasversalmente dalla cosiddetta società civile.

La situazione nel trapanese

Ad Alcamo, essendo un territorio di 45 mila abitanti, è previsto l’eventuale ballottaggio (24 e 24 ottobre) se al primo turno non ci sarà un candidato che riuscirà a raggiungere il 50 pere cento più uno di chi ha votato. Anche qui c’è qualcosa ancora da definire. L’uscente sindaco Domenico Surdi si presenta col Movimento 5 Stelle, più alcuni transfughi dello stesso gruppo pentastellato e l’appoggio anche della lista civica Abc, realtà politica consolidata che si appresta a correre per la sua terza elezione consecutiva. Contro di lui il candidato del centrodestra Massimo Cassarà, sostenuto da cantiere Popolare, Lega e Forza Italia, e varie realtà civiche; l’altra certezza è Alessandro Fundarò, che Fratelli d’Italia ha voluto lanciare non riconoscendosi nell’identità della coalizione di Cassarà. Mentre è tramontata quella che sembrava essere l’unica candidatura a sindaco al femminile, l’ex assessore Giusy Bosco, ambientalista delle prime ore che aveva incassato il sostegno di Europa verde, il movimento di Claudio Fava ed il gruppo del Forum civico. In una nota congiunta si fa riferimento alla non meglio circostanziata “riproposizione di certe dinamiche ha finito, invece, per mortificare i tanti che ci hanno creduto”. Si resta in attesa però delle mosse di due big della politica: quella dell’Udc dell’assessore regionale Mimmo Turano e dell’ex sindaco Giacomo Scala, oggi coordinatore provinciale di Italia Viva. Entrambi non hanno ancora sciolto il nodo su chi appoggiare o eventualmente chi candidare.  Nella vicina Calatafimi, commissariata dopo le dimissioni del sindaco Antonino Accardo per via delle sua vicissitudini giudiziarie, pare che saranno soltanto due i candidati sindaco: da una parte Caterina Verghetti, sostenuta da pezzi di Udc, Pd, Fratelli d’Italia, Diventerà Bellissima ed Italia Viva; dall’altra Francesco Gruppuso, che invece ha il sostegno di Forza Italia e vari gruppi civici di estrazione trasversale.

 

 

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