Mancano pochi giorni oramai alla scadenza dei contratti per gli amministrativi covid in Sicilia. Parliamo del personale assunto, per l’appunto con contratti a termine, per questo periodo di emergenza sanitaria che ha garantito supporto alle strutture sanitarie pubbliche. Il 31 dicembre andrà a concludersi il rapporto di lavoro e la politica cerca di gettare un “salvagente”. Mentre dalla Regione si fanno delle resistenze e c’è chi sostiene che i fondi non ci siano per poter garantire queste proroghe. Il deputato regionale Marco Intravaia lancia un appello affinchè il governo regionale trovi le risorse anche soltanto per due mesi. E questo in attesa che lo Stato riesca a trovare una soluzione sulla vertenza. Tra tecnici e amministrativi covid si parla di circa 3 mila contratti in bilico in Sicilia.
In attesa della soluzione del governo nazionale
“Il governo regionale – afferma Intravaia – deve intervenire con immediatezza per prorogare i contratti dei lavoratori precari del Covid, nel settore amministrativo, in scadenza il 31 dicembre. Questo nelle more che il parlamento nazionale provi ad individuare una soluzione definitiva nelle prossime settimane”. Quello dell’esponente di Fratelli d’Italia è un appello al governo regionale e all’assessore alla Sanità Giovanna Volo, indicando anche la soluzione finanziaria che consente la proroga.
Le risorse
“Le risorse ci sono. E’ falso – ha aggiunto Intravaia – che manchino i fondi per il personale sul fondo sanitario. Ad oggi, risultano non spesi dal tetto di spesa 280 milioni. Un tetto che nel biennio 2023/24 crescerà di ulteriori 45 milioni. Molte posizioni restano scoperte all’interno delle aziende e il ricorso a forme contrattuali diverse sana i fabbisogni. In attesa di una soluzione definitiva, mi appello al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore Volo affinchè si rinnovino i contratti di almeno due mesi. Se si creasse una situazione di ‘vacatio’ che lasciasse scoperta la situazione contrattuale degli amministrativi i disagi si ripercuoterebbero sui cittadini. Oltre alla situazione di obiettiva ingiustizia nei confronti di questi lavoratori”.
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