Ancora una intera notte di lavori e oggi non sembra le cose saranno diverse. Dovrebbe essere trasmessa intorno a mezzogiorno formalmente all’Aula la manovra di bilancio ‘coordinata’ così come è uscita dalla Commissione bilancio sabato mattina dopo una intera nottata, anche in quel caso, di modifiche ed emendamenti che hanno fatto lievitare gli articoli da 36 a 120.

Dopo il rinvio dell’aula ieri dalle 12 alle 20, neanche la seduta della serata è stata utile ad incardinare bilancio e Finanziaria. Gli uffici dell’Ars sono ancora al lavoro con i tecnici del dipartimento Economia per venire a capo della matassa che si è venuta a creare. Gli uffici stanno tentando da ore, fra le polemiche, ad allineare la quantità di norme con le risorse disponibili.

L’Ars ci riproverà oggi con la seduta convocata alle 16 per incardinare la manovra, ma quasi certamente bisognerà aspettare fino a sera per dare il via ai lavori e assegnare i termini. Sempre che i funzionari dell’Ars e quelli del dipartimento Economia riescano a consegnare il testo per tempo. Di fatto questo groviglio venutosi a creare ha fatto saltare il calendario dei lavori d’aula stabilito dalla conferenza dei capigruppo e, dunque, i termini per l’approvazione creando non poche difficoltà.

Ammesso che l’aula riesca a incardinare la manovra nel pomeriggio (o più probabilmente in serata), bisognerà poi dare i termini da regolamento per la presentazione degli emendamenti d’aula e dunque i deputati avranno 24 ore di tempo per presentare le loro proposte di modifica, termine che scadrà il 25 aprile o, in caso di ulteriori ritardi, potrebbe addirittura slittare alla mattina del 26.

Dunque per l’esame delle norme l’appuntamento è per giovedì pomeriggio, quando mancheranno quattro giorni alla scadenza dell’esercizio provvisorio che per legge non può più essere prorogato oltre. Quasi certo, dunque, che l’Ars si riunisca anche sabato e domenica, e che l’approvazione non arrivi entro la sera del 29 come stabilito nel precedente calendario ma il 30 aprile proprio sul filo di lana o addirittura il 1° maggio fuori tempo massimo. Non sarebbe la prima volta che l’aula arriva fino ala festa dei lavoratori per apporovare la manovra. Una cosa teoricamente non consentita dalla legge ma che in passato è sempre stata tollerata anche per effetto della lungaggine e della farraginosità dellevenetuali procedure sanzionatorie che comunque non arriverebbero a compimento e il cui effetto cesserebbe con l’approvazione della manovra sia pur ein ritardo

La conferenza dei capigruppo dovrà, comunque, tornare a riunirsi per stabilire il nuovo calendario. Per il M5s la presidenza dell’Ars dovrebbe cassare almeno metà della manovra, una sessantina degli articoli che ritiene incostituzionali.

Intanto, però, ricompare la tabella H ed è polemica sulla pioggia di contributi che si torna a determinare per enti, associazione, manifestazioni e tanto altro tutto legato alle richieste dei singoli deputati

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