“Se corrisponde a verità la gravità dei fatti, soprattutto riguardante i minorenni coinvolti, attribuiti al sacerdote don Vincenzo Esposito, questa vicenda dimostra un degrado umano, morale e religioso sconvolgente”.

E’ quanto ha affermato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che ha visitato nella serata di ieri la comunità parrocchiale di San Feliciano (Perugia) a seguito della vicenda giudiziaria del parroco, arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di induzione alla prostituzione dopo le indagini condotte dai carabinieri di Termini Imerese coordinati dalla procura di Palermo. La comunità – sottolinea l’archidiocesi – ha accolto il presule con vero sollievo e si è sentita confortata dal suo gesto e dalle sue parole.

“È stata tradita la fiducia del suo vescovo, della Chiesa, dei confratelli e dei fedeli – ha proseguito il presule -. Aveva ricevuto l’incarico di parroco mentre era ancora un frate minore francescano, che pur con i limiti umani avrebbe dovuto svolgere con grande dignità, come avevano fatto i suoi predecessori don Bruno e don Abele”.

“Non vi lascerò soli – ha quindi detto il vescovo ai fedeli – vi manderò un parroco che possa aiutarvi a superare anche questo momento imprevisto e doloroso”.

L’inchiesta e gli arresti

Il sacerdote siciliano di 63 anni, Vincenzo Esposito, originario di Caltavuturo ma da anni parroco di una chiesa di San Feliciano, frazione del comune di Magione, in provincia di Perugia, è stato arrestato con l’accusa prostituzione minorile aggravata. Con lui è finita ai domiciliari la mamma di una delle vittime di 17 anni che avrebbe mandato video hard al sacerdote o fatto videochiamate erotiche.

Le indagini dei carabinieri di Termini Imerese

Secondo i carabinieri di Termini Imerese, da aprile a luglio di quest’anno ha chiesto ai ragazzini di spogliarsi e toccarsi davanti al cellulare in cambio di ricariche del telefono e versamenti su Poste- pay. “Mandamene uno dove si vede il tuo volto mentre godi… che mi piace molto… »

Denaro che il sacerdote, secondo l’accusa, prendeva dalle offerte dai fedeli durante le messe domenicali. Con il sacerdote è stata arrestata e mandata ai domiciliari anche una donna di 51 anni, madre di uno dei quattro ragazzi che, sempre secondo gli inquirenti, ha indotto alla prostituzione il figlio e un suo amico.

La donna, dicono i carabinieri, sapeva delle richieste del prete nei confronti del figlio e invece di denunciare l’abuso lo incoraggiava in cambio di denaro.

Quattordici gli episodi accertati dai militari della compagnia di Termini Imerese, coordinati dai magistrati del dipartimento fasce deboli della procura di Palermo, coordinato dalla procuratrice aggiunta Laura Vaccaro. Il sacerdote si trova in carcere a Spoleto. L’ordinanza di custodia cautelare è firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, Fabio Pilato.

Le intercettazioni  tra il sacerdote e le vittime

Il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, usa parole pesantissime nei confronti del sacerdote che a suo dire « ha dimostrato di non saper anteporre alcun freno inibitore ai desideri compulsivi nutriti… Non si è fermato nemmeno dinanzi al malessere del minorenne che prospettava l’esigenza di prendere dei farmaci, chiedendo ugualmente l’esibizione sessuale tramite videochiamata». Non ci sono stati contatti fisici fra il prete e i quattro ragazzini palermitani: soltanto adescamenti on line, richieste di foto, video, videochiamate e chat, tutte a sfondo erotico. Per poche decine di euro il sacerdote chiedeva: « Cosa fareste tu e il tuo amico insieme a me? » .

Il ragazzino rispondeva: «Tu lo sai cosa faremmo » . « Dimmelo » , pretendeva il sacerdote. E ancora: « Tu da che parte vuoi stare?». Queste sono solo una piccola parte delle oscenità che il sacerdote chiedeva gli venissero dette dai ragazzini. Il tutto in cambio al massimo di 50 euro, a volte anche per 10 euro. Per i giovani era diventato un modo per guadagnare qualche soldo, tanto che in alcuni casi erano loro a chiamare il prete. « Padre, mi manda a me che sono senza una lira?… ». Risposta del prete: «No, perché non ho niente, ho solo pochi soldi, ormai li ho promessi ad altri… » . Il ragazzo insisteva: «Dieci euro ché mi compro le sigarette, padre » . « Ora vediamo, poi parliamo… ok » , dice il parroco al ragazzino che insiste. « Padre, a me mi deve dire una parola si o no …». «Te l’ho detto, ora vediamo, eh… » .

« Caso mai ti mando dieci euro con A., va bene?». Sulla vicenda è intervenuta l’arcidiocesi di Perugia che in una nota si è detta « stupita e addolorata per l’arresto del sacerdote parroco di San Feliciano».

L’arcidiocesi ha assicurato la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria per il raggiungimento della verità dei fatti.

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