Lei ha l’aspetto di una donna, ma il documento di identità dice che è un uomo. A Palermo una transessuale sarebbe stata pesantemente umiliata durante una visita medica all’Ospedale Policlinico. “Arrivò u frocio, ‘u puppu”, “Frocio, mettiti ‘ddà”, le avrebbero detto senza mezzi termini al pronto soccorso, con risate e sfottò da parte di barellieri e personale in camice bianco. La 55enne, dopo i pesanti epiteti ricevuti, ha deciso di denunciare l’accaduto.

Il racconto

“Basta, questa storia deve venire fuori. Non mi prostituisco. Vivo una vita normale in un corpo che non mi appartiene. Ma non posso essere trattata così, io e tante altre come me”, racconta al Giornale di Sicilia.

Il Policlinico conferma, ma ridimensiona

Dall’azienda ospedaliera arriva una conferma, ammettendo il «fraintendimento», dovuto secondo loro al nome maschile sulla carta di identità. Ma poi cercano di ridimensionare l’accaduto mettendo una pezza sulle presunte offese e gli epiteti.

“Non vi è stata alcuna derisione da parte del personale in turno, che – comprese le esigenze della persona – si è attivato per cercare di rispettare al meglio le sue necessità. Il fraintendimento si è determinato in fase di accesso quando il paziente, anagraficamente di sesso maschile, è stato chiamato e identificato secondo le informazioni riportate nel documento di identità”.

Le scuse

“Ciò ha generato malcontento e il personale – una volta resosi conto della situazione – si è anche scusato. Il paziente è rimasto ricoverato per circa 2 ore perché ha poi firmato autonomamente le dimissioni”, dicono al quotidiano di via Lincoln.

Ma la trans sembra non confermare la loro versione. Seccamente indignata per quanto accaduto.

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